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PERSEGUITAVA L’EX COMPAGNA ARRIVANDO A MINACCIARE DI MORTE I COLLEGHI DI LAVORO E L’ATTUALE FIDANZATO
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I Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno eseguito nei confronti di un cosentino di 52 anni la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle parti offese emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta della locale Procura, coordinata dal dott. Eugenio Facciolla.

Tutto aveva inizio con le denunce della donna, presentate già a partire dal settembre del 2018, dove la stessa esponeva una grave e perdurante situazione di persecuzione da parte del suo ex compagno, che non rassegnandosi all’idea della fine della loro relazione sentimentale, la perseguitava psicologicamente e materialmente.

Le indagini dei Carabinieri della Stazione di Corigliano Scalo avevano acclarato come vi fosse stata nel giro di pochi mesi una vera e propria escalation di atti vessatori ed intimidatori nei confronti della donna: dapprima l’uomo si era “limitato” a chiamarla ripetutamente e a minacciarla verbalmente, quindi era passato a pedinarla ed a compiere vere e proprie imboscate presso l’abitazione o il luogo dove lavora la denunciante. In questi ultimi casi si era accanito verbalmente oltre che contro la donna, anche nei confronti dei colleghi di lavoro, che erano diventati bersagli di insulti ed intimidazioni continue, in quanto rei, nella convinzione dell’uomo, di aiutare la donna ad allontanarsi da lui. Inoltre anche l’attuale compagno veniva fatto bersaglio di insulti e minacce di morte. In soli sei mesi l’uomo inviava decine di email e messaggi intimidatori nei confronti della donna e del suo attuale compagno, mentre centinaia erano le chiamate o i tentativi di chiamata effettuati dall’uomo, mediante il suo cellulare o altri telefoni, per intimidire i due soggetti.

Sulla base dei fatti descritti e del grave impianto accusatorio, fondato non solo sulle denunce della donna, ma anche sugli oggettivi riscontri documentali e sulle dichiarazioni concordi di diversi testimoni, l’A.G. applicava la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla denunciante e dal suo compagno, con l’obbligo di mantenere una distanza dagli stessi non inferiore ai 500 metri ed il divieto di comunicare con le parti offese con qualsiasi mezzo.

 

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