Fillea Cgil Calabria, Celebre sul rischio caldo sui posti di lavoro
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Non vogliamo che si affronti il “rischio stress termico” solo dopo che si sia consumata l’ennesima tragedia sul lavoro. Perciò come Fillea Cgil chiediamo nuovamente, a distanza di poco più di un mese dalla prima sollecitazione, al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, di emanare in tempi brevi le linee di indirizzo contro il rischio caldo sui posti di lavoro. Che i cambiamenti climatici determinano notevoli ricadute nella salute e nella sicurezza sul lavoro è assimilato, non abbiamo bisogno di altri infortuni perché si dimostri il rischio che l’esposizione al caldo può determinare. L’estate, che in Calabria, negli ultimi anni, è sempre più caratterizzata da alte temperature, superiori anche ai 35 gradi centigradi, oramai è quasi arrivata e, quindi, non è più procrastinabile l’emanazione di quelle norme atte a tutelare quei lavoratori che per le mansioni che svolgono sono più esposti al rischio termico e a prevenire, quindi, i tanti infortuni, purtroppo spesso mortali, e i malori connessi al caldo. A essere esposti al rischio stress termico sono tutti coloro che svolgono attività all’aperto come i lavoratori dell’edilizia civile e stradale, così come tutti quei lavoratori che svolgono “attività fisica rilevante” o che sono impegnati in ambienti chiusi senza una ventilazione adeguata. In considerazione che anche le previsioni di quest’anno prospettano un’estate alquanto torrida, come sindacato ribadiamo la necessità che il problema “caldo” venga affrontato il più presto possibile senza più considerarlo straordinario. Riteniamo che già nei prossimi giorni il presidente della giunta regionale calabrese, Roberto Occhiuto, dovrebbe emanare le linee di indirizzo per tutelare quei lavoratori che per le mansioni che svolgono rischiano di più lo stress termico e che queste linee di indirizzo abbiano un arco temporale di validità più lungo rispetto al decorso anno, al fine di garantire l’incolumità dei lavoratori dai rischi causati dalle elevate temperature permettendo così anche alle imprese, ai lavoratori e alle istituzioni di poter programmare per tempo gli interventi necessari a tutela della salute. Teniamo a sottolineare che le linee di indirizzo dovrebbero stabilire che in caso di temperature pari o superiori i 35° si debba ridurre o sospendere l’attività lavorativa e si possa fare ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo), che nei cantieri siano resi disponibili e accessibili fonti di acqua e, soprattutto, delle aree ombreggiate dove poter stazionare nelle pause. Riteniamo, altresì, necessario che le linee di indirizzo indichino l’obbligo per le imprese a rimodulare orari e carichi di lavoro tramite specifici accordi aziendali con le Rsu e/o le organizzazioni sindacali territoriali, con particolare attenzione alle piccole aziende. Inoltre sarebbe auspicabile che le linee di indirizzo prevedessero il riconoscimento, da parte delle Stazioni Appaltanti, di eventuali ritardi nella consegna dei lavori in caso di interruzioni per eventi climatici estremi.
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