“Vogliamo un incontro con la struttura commissariale, in modo da poter agire sinergicamente nella correzione delle storture pregresse”
La recentissima notizia pubblicata ieri dai quotidiani informa tutti noi che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha impugnato il Decreto del Commissario ad acta n. 68/2014, recante la Determinazione dei Tetti di spesa per le prestazioni sanitarie erogate dai Laboratori di Analisi e da tutte le strutture private accreditate.
Non possiamo esimerci dall’osservare che le segnalazioni riportate nel documento dell’Autorità coincidono perfettamente con quelle ripetutamente presentate dalle Associazioni di Categoria ai Commissari e Sub Commissari allora vigenti, alle Aziende Sanitarie di Competenza, e da questi organi costantemente ignorate, pur se legittime e persino convenienti da un punto di vista di programmazione economica.
Apprendiamo ora quindi che proprio tali storture sono state denunciate dalla massima autorità competente nella vigilanza del mercato, e che tutto questo pertanto avrebbe potuto tranquillamente essere evitato se solo si fosse praticata una politica collaborativa e costruttiva fra le parti!
Stiamo parlando delle strutture sanitarie che forniscono oltre il 50% delle indagini specialistiche richieste da noi cittadini calabresi, quali esami clinici, tac, risonanze, ecografie e numerosi altri esami che rappresentano la base della prevenzione della nostra salute.
Cogliamo pertanto l’occasione, in qualità di cittadini di questa regione in primis, e in secondo luogo come Rappresentanti di tali strutture sanitarie, di chiedere con urgenza un incontro istituzionale fra le associazioni della Specialistica Ambulatoriale da Privato Accreditato e i tavoli istituzionali regionali, al fine di collaborare sinergicamente per risolvere una situazione, frutto di una alterata e spesso assente programmazione sanitaria condotta negli anni precedenti, ma che continua a provocare danni notevoli a tutta la nostra regione.
Ci preme infatti osservare che gli interessi in gioco sono prioritariamente quelli della popolazione calabrese e il modus operandi sinora applicato, basato sulla riduzione arbitraria delle risorse sanitarie dedicate a questo settore ha danneggiato in primo luogo:
• i cittadini calabresi che si sono visti privare della possibilità di ricevere ed eseguire in loco delle indagini fondamentali per la prevenzione e il monitoraggio della propria salute, specialmente nei territori delle province di Vibo valentia e Cosenza dove non si raggiunge l’obiettivo regionale delle 12 prestazioni ad abitante;
• il Bilancio regionale, in quanto 32 milioni di euro sono stati spesi appunto per la mobilità extraregionale relativa a questo settore;
• ancora una volta i cittadini, che per eseguire queste indagini hanno dovuto recarsi altrove, utilizzando le proprie risorse economiche (per chi ne aveva) per affrontare i viaggi della speranza, mentre nel contempo la parte meno abbiente ha dovuto rinunciare ad un diritto costituzionalmente garantito;
• le attività locali, che hanno assistito impotenti all’assurdo dirottamento delle proprie risorse verso altre regioni con conseguente immediato drastico impoverimento del tessuto imprenditoriale calabrese;
• l’occupazione, specializzata e non, come chiara conseguenza del danno alle imprese del settore.
In tutto ciò, come fortemente evidenzia la nota dell’Autorità Garante della Concorrenza e come era scontato aspettarsi, la mancata programmazione dei budget operata con tale decreto non ha prodotto alcun beneficio economico: oltre a violare i principi a tutela della concorrenza, tale assurdo atto ha creato della situazioni paradossali in quanto intervenuto addirittura a fine anno e a spregio delle produzioni già definitive e note per ogni singola struttura.
Oggi tali sperequazioni potrebbero essere risolte grazie alle maggiori risorse attribuite alle ASP se si consentisse il parziale impiego di queste per integrare le prestazioni nei territori, Vibo e Cosenza, maggiormente penalizzati, senza ulteriori aggravi di spesa per la Regione.
Tutto questo ancora una volta rivela l’importanza della concertazione fra le parti, non solo per il mero rispetto della legge, ma per il raggiungimento del fine stesso per cui tale legge è stata ideata, e cioè la realizzazione dell’opportunità di un confronto che sia costruttivo e migliorativo per l’intero tessuto sociale.
In tal senso le Associazioni di Categoria hanno già diverse volte avanzato proposte (inascoltate) per la costruzione di un nuovo modello di contrattualizzazione delle strutture private accreditate, già sperimentato con successo in altre regioni e che troverebbe il consenso e l’incoraggiamento del Ministero.
Ecco perché noi auspichiamo fortemente che l’incontro fra il nostro settore e la struttura commissariale avvenga al più presto possibile così da poter agire sinergicamente nella correzione delle storture pregresse e nella progettazione di un sistema integrato nella nostra realtà regionale e tale da fornire un forte input alla crescita della nostra regione.
ASA Calabria/SBV Calabria/FEDERLAB Calabria
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