COSENZA1SPECIAL.it

 

Francesco Antonio Lascala: vittima dimenticata della strage di Bologna
02/08/2024
|
 

10/09/2024
(ANSA)  Sit-in dinanzi al tribunale di Cosenza per chiedere ...

10/09/2024
Il Presidente uscente del Comitato Regionale Calabro della ...

10/09/2024
Fare prevenzione è oltremodo necessario per contrastare le ...

10/09/2024
I Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, nell’ambito ...

08/09/2024
L'Università della Calabria ha ospitato, dal 2 al 5 settembre ...

08/09/2024
È stato un evento vivace e partecipato quello che si è ...

31/08/2024
Conferenza stampa di Mr. Alvini, alla vigilia di Palermo - Cosenza ...

29/08/2024
Cosenza vs Spezia 0-0 "Riflessioni" post gara

24/08/2024
Alvini pre Mantova - Cosenza

19/08/2024
Cosenza vs Cremonese 1-0 - "Riflessioni" post gara con Osvaldo ...

17/08/2024
Conferenza stampa del tecnico rossoblù Massimiliano Alvini ...

10/08/2024
Coppa Italia Torino vs Cosenza, conferenza Mr. Alvini

Sono trascorsi “soltanto” 44 (QUARANTAQUATTRO) anni dalla strage del 2 agosto, quando, a seguito di un attentato, all’interno della stazione ferroviaria di Bologna, vennero massacrati 85 (OTTANTACINQUE INNOCENTI), ed oltre 200 (DUECENTO) feriti, molti dei quali mutilati in varie parti del corpo. Corpi ridotti in brandelli e disseminati lungo l’area e l’onda d’urto della terribile deflagrazione, Sogni spezzati, in una assolata giornata estiva, affetti familiari strappati per sempre. Sono trascorsi “soltanto” 44 (QUARANTAQUATTRO) anni dalla strage del 2 agosto, quasi mezzo secolo è stato scandito in modo inesorabile dalle lancette del tempo. A tal proposito piace riportare alcuni passaggi letterari della canzone di Franco Battiato “Segnali di vita” dove “Il tempo cambia molte cose nella vita. Il senso, le amicizie, le opinioni” ma anche di “falsa personalità”: sono due passaggi che ben si incorniciano su questa tela dai colori molti grigi ed alquanto opachi. Sono trascorsi “soltanto” 44 (QUARANTAQUATTRO) anni dalla strage del 2 agosto e rimanendo sempre in terra di Sicilia, si vuole ricordare la classificazione delle famose cinque categorie del genere umano. Rispetto a quello che ha scritto Leonardo Sciascia, cosa è cambiato oggi, in questa società costituita sicuramente da uomini, ma da altri esseri viventi?  Nulla.  La verità è anche un’altra. In questo grande caos, i ruoli che Leonardo Sciascia aveva stabilito che fossero, come i gironi danteschi, i vari livelli di questa società malata, oggi si rivelano falsi pure questi, perché la confusione rende sovrana. L’appiattimento, è così presente nella società, che il livellamento intellettuale, culturale, politico, si rivela fatale, per la buona riuscita di qualsiasi programma serio di sviluppo, non solo economico, ma della sopravvivenza stessa di questo pezzo di umanità, meglio noto come Popolo Italiano. Sono trascorsi “soltanto” 44 (QUARANTAQUATTRO) anni dalla strage del 2 agosto ed ancora nella parte meridionale della Penisola italiana, nonostante le sollecitazioni, indirizzate alla conservazione della memoria, da parte del Presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini, così come ribadito anche da parte dell’attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella: «La città di Bologna, sin dai primi minuti dopo l’attentato, ha mostrato i valori di civiltà che la animano.». Quali valori di civiltà in riva allo Stretto, quando su tale area vi è un silenzio assordante da parte delle Istituzioni locali? Quel che si racconta è un pezzo di storia troppo a lungo dimenticata da parte delle istituzioni locali della Città della Fata Morgana: una vicenda rimasta stranamente sconosciuta da parte di chi dovrebbe avere il preciso dovere di trasferire alle future. Tra le vittime innocenti di quel massacro vi era Francesco Antonio Lascala, di Reggio Calabria, ex centralinista delle Ferrovie dello Stato, ormai in pensione, si trovava sul primo binario, in attesa del treno delle 11,05 che lo avrebbe portato a Fidenza e poi a Cremona dalla figlia Enza. Tutta la Penisola italiana, come sempre, è stata interessata da diverse iniziative istituzionali, mentre in riva lo Stretto un silenzio assordante. Piace ricordare le varie sollecitazioni istituzionali,come ad esempio quella, di diversi lustri fa,  da parte di Ivan Tripodi, presidente della V Circoscrizione (Rione Ferrovieri, Stadio, Gebbione) che non ebbe nessun esito. Ma anche quelle personali da parte dei familiari della vittima, e quelli associativi, come la richiesta di intitolazione di luogo pubblico al Comune di Reggio Calabria, proposta acquisita d’ufficio al prot. 125802 del 6 agosto 2018 – indirizzata al sindaco, al segretario generale, al presidente della Commissione Toponomastica, al presidente del Consiglio. A distanza di cinque anni il Circolo Culturale “L’Agorà”, nonostante sia stato anche individuato il luogo per l’intitolazione, per ricordare un concittadino vittima innocente di quella strage terroristica.  Anche il sodalizio culturale reggino non ha ricevuto nessuna risposta in tal senso. Il silenzio assordante che si percepisce in riva allo Stretto continentale fa pensare che ci siano morti di serie A e morti di categoria inferiore, anche in virtù delle varie scelte da parte di Palazzo San Giorgio, sede istituzionale del Comune di Reggio Calabria. Il Circolo Culturale “L’Agorà”, vuole ricordare tale figura, anche se purtroppo dimenticata nella memoria, da parte delle istituzioni locali che dovrebbero avere il preciso dovere di trasferire alle future generazioni la memoria di un crimine tanto efferato. Quali sono i tempi per una risposta a un’istanza regolarmente presentata a un comune in Italia? 30 giorni? 45? 90? 180? Un anno? Due anni? Dieci anni? Non è dato saperlo, almeno in certi frangenti … geografici. L’unica cosa certa è che il Circolo Culturale “L’Agorà” sta ancora aspettando risposta.

 

Commenta

 


Contatta la Redazione di Cosenza1Special.it
info@cosenza1special.it - Fax 0984 - 1801110

Privacy Policy

© Copyright 2015 - COSENZA1SPECIAL.IT
Registrazione Tribunale di Cosenza n.7 del 10/09/2012
Direttore Responsabile Osvaldo Morisco