Con la festa dei minatori tenutasi ieri sera a Serricella di Acri si è chiusa l’iniziativa “Sulla Strada dei Minatori”, una tre giorni intensa e partecipata dedicata alla memoria, alla dignità dei minatori. Un’iniziativa organizzata dalla Fillea Cgil Nazionale insieme alla Fillea Cgil Basilicata e alla Fillea Cgil Calabria. “Sulla Strada dei Minatori”, “un titolo simbolico, voluto dalla Fillea Cgil nazionale, presente alla tre giorni con il suo “leader maximo”, il segretario generale Antonio Di Franco, ma anche profondamente reale: perché - spiega il segretario generale della Fillea Calabria, Simone Celebre - quella strada la percorrono ancora oggi migliaia di lavoratori calabresi e lucani, partendo da piccoli borghi e contrade per raggiungere cantieri in tutta Italia, spesso lontano da casa e dagli affetti, per costruire infrastrutture fondamentali per il nostro Paese. Serricella, come Pagliarelle e Lauria, - evidenzia Simone Celebre - non sono solo luoghi della memoria, sono presidi di coscienza collettiva, dove ogni anno si rinnovano impegno, consapevolezza e spirito comunitario. In un tempo in cui si muore ancora di lavoro, in cui la sicurezza nei cantieri è troppo spesso trascurata, questa tre giorni - conclude il segretario generale della Fillea Cgil Calabria - è stata anche un grido civile e sindacale per pretendere più controlli, più formazione, più diritti”. Una “tre giorni” che ha visto, sia a Lauria, sia Pagliarelle e sia a Serricella, la presenza del segretario generale della Fillea nazionale, Antonio Di Franco. “Come Fillea nazionale, quest’anno abbiamo voluto dare inizio al percorso <Sulla strada dei minatori>, il viaggio – ha spiegato il segretario nazionale generale della Fillea Cgil, Antonio Di Franco - di migliaia di lavoratori che partono dalle contrade del Mezzogiorno e che per mesi vivono nei campi base di grandi cantieri per costruire: gallerie, tunnel, trafori, autostrade o collegamenti ferroviari come l’Alta Velocità. Si tratta di operai specializzati che hanno costruito e lavorato in quasi tutto il mondo, ma la cui storia nessuno racconta mai, eppure è una storia di fatica, di orgoglio, tradizione e dolore”.