Nella sala «Monteleone» del Consiglio regionale si è tenuto il convegno dedicato al bilancio di genere e al rendiconto sociale delle aziende sanitarie calabresi. L’iniziativa ha illustrato i percorsi avviati e gli orientamenti che stanno guidando la riorganizzazione del settore. Tra i relatori il direttore generale dell’Asp di Cosenza, Antonio Graziano, che ha proposto una riflessione sulle condizioni ereditate, sulle criticità ancora presenti e sui progressi registrati. In apertura ha rivolto un apprezzamento all’Asp di Reggio Calabria per il Premio «Welfare Oggi» 2025: «È un riconoscimento prestigioso – ha dichiarato – che valorizza un progetto di grande qualità. Esprimo il mio plauso alla direttrice generale Lucia Di Furia e alla direttore amministrativo Maddalena Berardi».
Subito dopo, Graziano ha ricordato il ruolo svolto dal Presidente Occhiuto in questa fase di rilancio: «Le misure adottate dalla Regione, sostenute da una guida attenta e costante, hanno permesso all’Asp di programmare interventi concreti e avviare attività che hanno migliorato la qualità dell’assistenza. Il sostegno istituzionale ricevuto ha reso possibile un percorso che ha cambiato l’andamento della sanità calabrese, consentendoci di ottenere risultati che fino a pochi anni fa sembravano difficili. Restano ambiti da sviluppare, in particolare gli screening: stiamo perfezionando strumenti e metodi che offriranno risultati già nel 2025 e in modo più esteso nel 2026, con una prevenzione più capillare e accessibile».
Proseguendo nel suo intervento, Graziano ha richiamato le difficoltà maturate negli anni: «Ogni giorno emergono problemi frutto di scelte passate e di gestioni prive delle competenze necessarie. Servono tempo e continuità per ricondurre il sistema a condizioni stabili». Ha poi affrontato il tema delle specializzazioni mediche: «Molti giovani preferiscono aree considerate più attrattive, lasciando scoperte discipline essenziali come emergenza, psichiatria e anestesia. Le conseguenze sono evidenti nei territori». Ha richiamato anche il ruolo dei professionisti a contratto e del personale proveniente dall’estero: «Grazie ai contratti libero-professionali e al contributo dei medici arrivati da altri Paesi abbiamo garantito l’apertura dei pronto soccorso».
Ampio spazio è stato riservato al rapporto con le istituzioni locali: «Il confronto con i sindaci è decisivo. Condividiamo programmi e scelte operative che incidono direttamente sull’organizzazione dei servizi». Ha inoltre evidenziato il collegamento tra ambito sociale e sanitario: «Quando il sociale non riesce a intervenire, il bisogno ricade sulla sanità. In psichiatria questo è particolarmente evidente, con situazioni complesse e risorse limitate. Serve un approccio integrato».
Graziano ha poi richiamato il valore delle collaborazioni con volontariato e realtà sociali: «Una sanità moderna coinvolge tutti: istituzioni, associazioni e mondo ecclesiale. In molte comunità ho visto la chiesa affiancare l’assistenza sanitaria nelle situazioni di fragilità». Ha concluso: «Oggi abbiamo recuperato terreno. Continuando su questa strada costruiremo una sanità più vicina alle persone e coerente con le esigenze della nostra regione».