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OLIVERIO REPLICA ALLA LANZETTA
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“Ora basta. Finora il rispetto dovuto al ruolo istituzionale rivestito dalla Signora Lanzetta nelle vesti di Ministro della Repubblica, mi ha suggerito di evitare risposte a posizioni strumentali e provocatorie da lei assunte. Tuttavia c'è un limite a tutto. Mi auguro che la Signora Lanzetta sia solo animata da sindrome di esaltazione del proprio ego e che, consapevolmente o meno, non si presti ad essere strumento di una interessata strategia destabilizzante. Che gioco fa la Lanzetta? Quali interessi politici o di altro genere intende difendere ? E’ inspiegabile che possa essere solo oggi divenuta improvvisamente detrattrice di Nino De Gaetano, quando, invece, fino al giorno della nomina della Giunta ne ha sempre parlato, non solo a me, come un bravo e stimato dirigente politico. Immagino sappia la Signora Lanzetta che la mafia si favorisce anche quando si sollevano polveroni e si gioca ad indebolire e fiaccare la credibilità di una Istituzione. Per quanto mi riguarda, nella mia lunga esperienza di amministratore non ho mai concesso nulla alle illegalità e men che meno alle rappresentanze mafiose. A me non è mai capitato di dovermi trovare nella condizione in cui è invece incorsa, probabilmente suo malgrado, la Signora Lanzetta da sindaco di Monasterace; non ho mai dovuto giustificare affidamenti illegali di lavori a causa della presenza nelle mie Giunte di parenti stretti di boss mafiosi, riconosciuti tali da sentenze di condanna emesse nelle aule di tribunali. Se ha elementi validi e non diffamatori, dunque, la Signora Lanzetta si rivolga alla magistratura piuttosto che continuare a parlare a sproposito in talk show televisivi compiacenti, magari col proposito di trovare spazio nei circuiti mediatici. La Signora Lanzetta avrebbe potuto già in commissione parlamentare antimafia esplicitare le sue accuse. Da quanto risulta non l’ha fatto. Anzi, ai commissari di Palazzo San Macuto ha dichiarato di non essere in possesso di alcun elemento. Sappia la Signora Lanzetta che non può salire su nessun pulpito per impartire lezioni di antimafia, tantomeno al cospetto della mia persona, della mia storia e della mia esperienza politica ed amministrativa. Una storia limpida e trasparente, segnata da condotte coerenti e da impegno concreto nel contrasto alla criminalità ed al malaffare. Purtroppo, e me ne duole, è stata la Signora Lanzetta ad essere richiamata ad una coerenza antimafia, come è noto, anche da autorevole stampa nazionale. Se si dovesse insistere, dunque, in questa campagna diffamatoria sarò costretto a valutare quali iniziative assumere a tutela della mia integrità morale e della funzione istituzionale che i cittadini calabresi con largo consenso hanno inteso affidarmi”.
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