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A DIFESA DELLA SALUTE: DIMAGRIRE, IN CHE MODO?
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Ne momento in cui desideriamo intraprendere un nuovo percorso alimentare, volto al dimagrimento, cosa dovremmo fare? Innanzitutto nel momento in cui prendiamo questa decisione, vuol dire che abbiamo raggiunto un grado di consapevolezza importante, e anche utile, perché spesso è proprio questo che ci dà la spinta per iniziare una dieta e mantenerla nel tempo con una buona costanza. Dopodiché è importante affidarsi ad uno specialista, poiché è essenziale analizzare il quadro clinico generale di partenza, e decidere un piano alimentare personalizzato e calibrato per l’obbiettivo che si vuole raggiungere. Quali sono le analisi cliniche fondamentali da sottoporre al nutrizionista per stilare il piano alimentare più adeguato? Le analisi del sangue di routine danno un’indicazione generale circa la salute del paziente..sarà poi compito dello specialista interpretarle in chiave biochimico-nutrizionale; dopodiché tramite un’accurata anamnesi individuale e familiare si identificheranno eventuali elementi aggiuntivi, e si valuterà di caso in caso la necessità di suggerire degli accertamenti più approfonditi. Infine, per avere un quadro completo, è bene andare a realizzare anche un’analisi dell’alimentazione. Cosa comprende questa analisi dell’alimentazione? Oltre ovviamente a valutare la storia ponderale del paziente, ovvero come il peso è variato nel corso della sua vita, e le esperienze pregresse di gestione del peso, sia mediante diete fai-da-te che con diete proposte da uno specialista, quando andiamo a valutare lo stato nutrizionale del paziente, è importante indagare le abitudini alimentari del soggetto, per esempio in alcuni casi si può ricorrere ad un’analisi delle abitudini alimentari mediante diario alimentare. In cosa consiste il diario alimentare? Il diario alimentare è uno strumento che viene proposto come mezzo diagnostico per indagare il comportamento alimentare; ma risulta anche di grandissima utilità nella terapia dell'obesità. In pratica si chiede al paziente di trascrivere il cibo e le porzioni assunte quotidianamente, e di descrivere gli eventi che influenzano le sue scelte alimentari. In questo modo diventa uno strumento a disposizione sia dello specialista che del paziente: da una parte permette lo studio del bilancio energetico nutrizionale, e fornisce informazioni importanti su eventuali problemi alimentari. In questo modo lo specialista riesce ad aiutare il paziente nel processo di cambiamento perché permette di individuare i fattori che inibiscono o favoriscono l’adesione al regime dietetico. Dal punto di vista del paziente, invece, rappresenta uno spunto di riflessione sul proprio costume alimentare, aiuta ad acquisire consapevolezza e autocontrollo. Pare di capire che la consapevolezza gioca un ruolo importante nel percorso del paziente..quanto incide? La consapevolezza è il primo passo, perché nel momento in cui prendiamo coscienza della situazione siamo maggiormente predisposti anche psicologicamente ad affrontarla e a risolverla. Teniamo presente che prendere coscienza di uno stato di grave sovrappeso o obesità vuol dire riconoscere i rischi legati al caso, perché non dobbiamo dimenticare che una condizione di eccesso di peso si lega al rischio di sviluppare diverse patologie come ipertensione, complicanze cardiache e/o respiratorie e così via. Dopo aver inquadrato il paziente dal punto di vista clinico, si procede, quindi, con l’assegnazione della dieta? Di quali altri parametri deve tener conto una buona dieta? R.: Certamente dopo aver analizzato la condizione iniziale del paziente, la presenza di eventuali patologie, e il suo obiettivo finale, si propone un piano dietoterapico adatto al singolo individuo. Si terrà naturalmente conto anche del sesso e dell’età, dello stile di vita e delle necessità quotidiane, perché quando andiamo a proporre un piano alimentare dobbiamo andare a proporre un qualcosa che sia comunque facile da gestire nella vita di tutti i giorni. Una volta assegnata la dieta, il paziente dovrà seguirla per tutta la vita? Assolutamente no, anche perché i bisogni individuali variano continuamente nel corso della vita, abbiamo detto per esempio che il piano alimentare adatto tiene conto dell’età, ma anche di fasi della vita come possono essere gravidanze, l’invecchiamento e così via. E’ importante, quindi, che lo specialista monitori l’andamento del paziente che segue il piano alimentare e sia pronto a modificarlo in base alle necessità che si presentano, adattandolo di volta in volta per essere mirato e che possa far raggiungere dei buoni risultati al paziente. A cura della nutrizionista D.ssa Cinzia Pudano
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