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Oggi parliamo di un fastidio che purtroppo colpisce molte persone ovvero la sindrome del colon irritabile. Possiamo specificare meglio di cosa si tratta? Spesso c’è un po’ di confusione riguardo la sindrome del colon irritabile, forse dovuta alla alta variabilità dei sintomi a cui si accompagna come dolori addominali, gonfiore e alterata motilità intestinale. Sostanzialmente consiste in una contrazione anomala dei muscoli dell’intestino che normalmente si contraggono e si distendono favorendo il transito del cibo. Quando il ritmo che regola queste contrazioni si altera si possono verificare alcuni dei sintomi appena citati. A cosa è dovuta questa condizione? Ovviamente ci sono individui geneticamente più predisposte a questi fastidi, ma sicuramente c’è una forte correlazione con un’alimentazione disordinata e non bilanciata soprattutto a livello lipidico. In molti soggetti i sintomi sono poi ulteriormente esasperati da situazioni di stress o di ansia, quindi subentra sicuramente anche una componente di origine ormonale e psicologica. Come possiamo sapere se soffriamo o meno di questa sindrome? Esiste un modo per diagnosticarla? Dal momento che la sindrome del colon irritabile può essere facilmente confusa con altre patologie a causa della sintomatologia così eterogenea generalmente l’indagine viene accompagnata da accertamenti che escludano altre malattie. Abitualmente si tende a confermare la diagnosi di sindrome del colon irritabile quando alla negatività dei test diagnostici per altre patologie si affianca nei 12 mesi precedenti alla visita e per almeno 12 settimane la presenza di dolore o fastidio addominale accompagnato da episodi come cambiamenti nella frequenza delle evacuazioni, alterata consistenza delle feci o sensazione di distensione addominale. Come possiamo curare questa sindrome? Generalmente quando i sintomi sono lievi si riescono a controllare con il solo intervento a livello alimentare. Per sintomatologie più importanti, invece, si possono affiancare all’alimentazione farmaci specifici in base alla tipologia di sintomi evidenziati o integratori come per esempio dei supplementi di fibra. Infine viene sempre consigliato l’esercizio fisico, in particolare le attività che possono contribuire a tonificare la muscolatura addominale. Per quanto riguarda nello specifico l’alimentazione, a cosa bisognerebbe prestare attenzione? Il piano dietoterapico per il paziente con sindrome da colon irritabile è estremamente soggettivo, nel senso che è molto importante identificare il tipo di sindrome che abbiamo davanti e quali sono i sintomi riscontrati. In linea generale la sindrome da colon irritabile è legata a difficoltà digestive per cui innanzitutto si consiglia un’alimentazione ordinata e priva di alimenti particolarmente grassi o che richiedono un notevole impegno digestivo e di alimenti che vanno ad irritare la mucosa intestinale. Dopodichè laddove ad esempio il paziente riporta fenomeni di meteorismo si tende ad eliminare i cibi che favoriscono la formazione di gas intestinale e così via. Inoltre nella IBS occorre prestare attenzione anche all’apporto idrico e all’assunzione di fibre. In effetti in questi casi il consiglio ricorrente è quello di aumentare l’apporto di fibra. Come facciamo? Dobbiamo innanzitutto sapere che esistono due tipi di fibre: quelle solubili e quelle insolubili. Le prime tendono a formare un composto gelatinoso all'interno del lume intestinale che rallenta lo svuotamento intestinale quindi hanno un'azione costipante più che lassativa. Questo tipo di fibra la troviamo per esempio nei legumi, nella frutta fresca e negli ortaggi. La fibra insolubile, invece, assorbe molta acqua quindi aumenta il volume fecale rendendolo più morbido e di conseguenza stimola la velocità di transito nel lume intestinale. Questa fibra la troviamo nei cereali integrali, nella frutta secca e nella verdura soprattutto quella a foglia verde. La D.ssa Cinzia Pudano è in onda ogni sabato alle 09.05 su RLB Per info : cinziapudano@yahoo.it
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