Oggi parliamo della carenza di un minerale di cui spesso si sente parlare ovvero il ferro. A cosa serve il ferro nel nostro organismo?
Il ferro svolge diverse funzioni: innanzitutto interviene nella costituzione dell’emoglobina che è la molecola che trasporta l’ossigeno nell’organismo e della mioglobina che è, invece, la forma di riserva di ossigeno del muscolo; inoltre prende parte a diverse reazioni dette di ossidoriduzione, importanti per il metabolismo delle cellule ed è indispensabile per il funzionamento del sistema immunitario.
Quindi è presente in grandi quantità nel nostro organismo?
L'organismo umano contiene circa 3-4 g di ferro che può presentarsi in due forme: il ferro emico e quello non-emico. La prima forma è detta così perché il ferro è legato ad una porzione delle proteine detta “gruppo eme” che si trova nell’emoglobina e nella mioglobina e costituisce il 75% del ferro totale presente nell'organismo. Il ferro non-emico, invece, è presente in alcuni enzimi e nelle molecole transferrina che è la forma di trasporto del ferro e nella ferritina che è, invece, la forma di deposito presente nella milza, nel fegato e nel midollo osseo.
Perché si sente parlare spesso di carenza di ferro?
Perché il ferro che abbiamo a diposizione deve essere continuamente rinnovato quindi deve essere assunto quotidianamente attraverso l’alimentazione nelle quantità adeguate; se questo non avviene vuol dire che la richiesta di ferro è superiore alla quantità che noi ingeriamo e il bilancio si altera. In più l’assimilazione del ferro è un po’ particolare, nel senso che l’organismo è in grado di assorbire solo il 10 -15% del ferro assunto con l’alimentazione quindi bisogna stare attenti soprattutto in quelle condizioni in cui la richiesta di ferro è ancora maggiore.
Quali sono queste condizioni in cui l’organismo ha bisogno di più ferro?
Il bisogno di ferro di per sé varia già in base al sesso e all’età ma per esempio c’è maggiore richiesta nei bambini, a causa della rapidità dell’accrescimento, nelle donne in età fertile per via delle perdite mestruali, anche nelle donne incinte per i bisogni del feto, e nell’anziano perché generalmente si tende a mangiare di meno e, contemporaneamente, diminuisce la capacità di assorbimento a livello intestinale.
Se quindi non assumiamo abbastanza ferro ed andiamo in carenza che tipi di sintomi possiamo
avere?
Un basso livello di ferro nell’organismo può far riscontrare sintomi come stanchezza, debolezza o irritabilità. Spesso si riscontra pallore o polso debole, si potrebbe avere una cattiva regolazione della temperatura corporea o un aumento della caduta dei capelli, inoltre si è più predisposti alla contrazione di infezioni in quanto viene minato il corretto funzionamento del sistema immunitario.
Come possiamo scongiurare questa carenza grazie all’alimentazione?
Innanzitutto è bene accertare che la carenza dipenda effettivamente dal fatto che non si raggiunge un apporto non adeguato con l’alimentazione. Detto questo attraverso i cibi la quantità di ferro che possiamo effettivamente assorbire e utilizzare cambia in base alla fonte da cui proviene: il ferro presente negli alimenti di origine animale come carne e pesce ha una biodisponibilità maggiore rispetto a quello di origine vegetale tipo legumi, cereali e frutta secca, questo vuol dire che il ferro proveniente dai vegetali viene assorbito dall’organismo più lentamente.
Per questo scopo è meglio preferire quindi gli alimenti animali?
Non necessariamente, bastano alcune accortezze in quanto esistono sostanze che possono interferire nell’assorbimento il ferro: per esempio la vitamina C può aiutarci quindi se accompagniamo il pasto con una spremuta di limone assimiliamo meglio il ferro ma vanno bene anche altri alimenti ricchi di vit C come i peperoni o i kiwi , viceversa ci sono alcune sostanze che interferiscono con l’assorbimento del ferro , per esempio the e caffè quindi è meglio assumerli con moderazione e lontano dai pasti.
La D.ssa Cinzia Pudano è in onda ogni sabato alle 09.05 su Rlb
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