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Inchiesta della Procura sulla donna incinta morta nell'ospedale Annunziata
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(Ansa) La Procura della Repubblica di Cosenza ha aperto un'inchiesta sulla morte di M.C., una donna di 34 anni al sesto mesi di gravidanza deceduta ieri nell'ospedale Annunziata insieme al bimbo che portava in grembo. L'inchiesta é partita dalla denuncia presentata alla polizia dal marito della donna, che ipotizza lacune nell'attività di assistenza alla moglie da parte del personale sanitario che ne ha gestito il percorso ospedaliero. I magistrati, a questo punto, sono fermamente intenzionati a verificare che non ci sia stata superficialità, o peggio ancora negligenza, nelle cure che sono state prestate alla donna e che tutti i protocolli siano stati rispettati. M.C., residente a Longobardi, un centro del cosentino, é morta mentre era ricoverata nel reparto di ginecologia. La donna ,secondo una prima ricostruzione dei fatti, si era presentata lunedì scorso al Pronto soccorso dell'Annunziata accusando forti dolori addominali. I medici, dopo averla visitata, ne avevano disposto le dimissioni ritenendo, evidentemente, che la donna non necessitasse di cure particolari. La situazione si é però complicata il mercoledì successivo quando la trentaquattrenne è tornata in ospedale accusando sempre e ancora più acuti dolori addominali. Si é provveduto allora a prestarle ulteriori cura e ad effettuare nuovi approfondimenti diagnostici che però non sono serviti a nulla visto che nella serata di giovedì la donna é deceduta. Inutile anche i tentativo di salvare la vita al bimbo che la donna aveva in grembo. I familiari a quel punto hanno chiesto l'intervento della magistratura, che, di fronte al'evidenza dei fatti, ha aperto immediatamente l'inchiesta e disposto il sequestro della cartella clinica della donna e delle due salme, sulle quali lunedì sarà effettuata l'autopsia per accertare la causa della morte della trentaquattrenne.e del figlio e accertare eventuali responsabilità da parte del personale sanitario. La vicenda della morte di M.C. e del figlio ha destato sgomento a Longobardi, una piccola comunità di poco più di duemila abitanti dove la famiglia di M.C. era molto conosciuta. 

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