Il progetto, finanziato con fondi del Ministero della Cultura e voluto dal Direttore Generale Massimo Osanna, è realizzato dalla Direzione regionale Musei Calabria, con la direzione scientifica del Dirigente, prof. Filippo Demma, e con il supporto scientifico del Dipartimento di Storia Culture e Civiltà e della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università di Bologna, diretta dalla Prof.ssa Elisabetta Govi. La collaborazione si inserisce tra le attività previste dalla Convenzione per le attività scientifiche di ricerca, valorizzazione e miglioramento della fruizione del patrimonio afferente alla Direzione regionale Musei Calabria, stipulata nell’aprile scorso con l’ateneo emiliano.
Le indagini archeologiche, volte a migliorare la conoscenza, l’accessibilità e la fruizione dell’antica polis, si focalizzeranno sue due dei più importanti santuari locresi, quello del Themosmophorion e quello del Tempio in località Marasà. Nel primo caso, gli scavi archeologici avranno lo scopo di recuperare i confini originari dell’area sacra, con l’obiettivo di migliorare la comprensione dell’intera struttura e chiarire i rapporti con i complessi sacri vicini. Presso il Tempio di Marasà verra eseguito un saggio in un’area mai indagata prima con metodologia stratigrafica.
Sarà allestito, inoltre, un cantiere didattico con la presenza degli studenti dell’Università di Bologna che seguirà i principi dell’Archeologia Pubblica e sarà visitabile anche da parte del pubblico, che verrà informato del progresso delle indagini anche con conferenze periodiche e post sui social della missione.” (Inserire indirizzo pagine social).
«Continua anche nel campo degli scavi archeologici – sottolinea il Direttore Filippo Demma – il grande lavoro riportare alla luce la storia della Magna Grecia; è il segno del nuovo corso che investe i beni culturali e i luoghi della cultura calabresi. La collaborazione con un Ateneo di eccellenza come l’Alma Mater Bolognese è un punto qualificante del progetto, che consentirà anche di formare i giovani archeologi in uno dei contesti più interessanti del Mediterraneo».
«Questo progetto - ha spiegato la Direttrice del sito Elena Trunfio - rappresenta un ulteriore tassello per mettere in pratica la visione strategica che abbiamo immaginato per la riqualificazione del Parco. L’indagine archeologica ci permetterà di migliorare la comprensione del sito e una maggiore consapevolezza costituisce garanzia di scientificità nel racconto che offriremo ai nostri visitatori. Il Tempio di Marasà è il luogo più iconico di Locri Epizefiri: riprendiamo dopo oltre cento anni gli scavi nella stessa area che permise a Paolo Orsi di recuperare il famoso gruppo scultoreo dei Dioscuri. E’ una grossa opportunità, nonché una sfida, che stiamo cogliendo con grande entusiasmo, oltre che con impegno scientifico».
“La partecipazione dell’Università di Bologna al progetto di ricerca e di scavo a Locri Epizefiri - ha detto in conclusione la Prof.ssa Elisabetta Govi - costituisce per i nostri studenti una straordinaria occasione di conoscenza di uno dei siti più importanti della Magna Grecia e del Mediterraneo, dando la possibilità di maturare una preziosa esperienza nell’ambito della “archeologia del sacro”, un filone di indagine tra i più complessi e importanti. La collaborazione tra la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Bologna e la Direzione regionale Musei Calabria garantisce la sinergica condivisione di obiettivi formativi, mettendo in atto le più avanzate metodologie di ricerca e le migliori strategie di gestione e valorizzazione dei beni archeologici”.