Ad Acquaformosa, piccolo borgo nel parco del Pollino, padre Raffaele De Angelis promuove progetti anticrisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione.
“Qui la parrocchia ha fatto e continua a fare da locomotiva, perché dà uno stimolo e un esempio concreto di come, se ci crediamo tutti, possiamo rimanere nella nostra terra e valorizzare tutto il bello che c’è”. In queste parole di padre Raffaele De Angelis, parroco di San Giovanni Battista ad Acquaformosa, si sintetizza il patrimonio di relazioni, bellezza, sapori e speranze della piccola comunità.
Acquaformosa è un borgo in provincia di Cosenza, di cultura "arbëreshe" e rito greco-bizantino. La parrocchia di San Giovanni Battista, infatti, fa parte dell’Eparchia di Lungro, una delle due diocesi di rito greco-bizantino in Italia.
“Un paese di nemmeno mille anime, nato tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, quando un gruppo di profughi albanesi in fuga dall’invasione turca dei Balcani è arrivato tra le montagne della Calabria.- racconta padre Raffaele a Giovanni Panozzo nel filmato “ Le piccole cose” disponibile al link https://youtu.be/xZNeBmm4Heg?si=20m4fGaP03QL_OQ0 - Qui, i rifugiati hanno portato le loro tradizioni, la loro lingua, l’arbëreshë e anche la loro liturgia, che si è mantenuta fino ad ora”.
In questo comune collocato all’interno del Parco Nazionale del Pollino, in una zona a forte rischio di spopolamento e ad alto tasso di emigrazione, grazie al dinamismo di padre Raffaele, sono sorti una serie di progetti come un centro per bambini con bisogni educativi speciali, una casa di riposo per anziani, un B&B ed un ristorante parrocchiale che hanno mantenuto viva Acquaformosa, offrendo anche lavoro a diciotto persone.
Preti come padre Raffaele quotidianamente ci fanno spazio, ci offrono il loro tempo, dividono volentieri un pezzo di strada e ascoltano le nostre difficoltà. Si affidano alla generosità delle comunità per essere liberi di servire tutti, senza dover pensare al proprio sostentamento.
Per richiamare l’attenzione sulla loro missione, torna domenica 15 settembre la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero diocesano, celebrata nelle parrocchie italiane.
La Giornata – giunta alla XXXVI edizione – permette di dire “grazie” ai sacerdoti, annunciatori del Vangelo in parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anticrisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, punto di riferimento per le comunità parrocchiali. Ma rappresenta anche il tradizionale appuntamento annuale di sensibilizzazione sulle offerte deducibili.
Uno strumento di grande valore come spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, Massimo Monzio Compagnoni: “La Giornata Nazionale è una domenica in cui tutti noi praticanti esprimiamo la nostra gratitudine per il dono di sé che i nostri sacerdoti ci fanno ogni giorno, testimoni del Vangelo di Gesù, punti di riferimento nelle comunità, uomini di fede, speranza e prossimità. È un nostro dovere ed è necessario un impegno collettivo per sostenerli nella loro missione, ... anche economicamente”.
Classe 1979, nato a Castrovillari (CS) nel 1979, padre Raffaele, dopo gli studi umanistici e il conseguimento del Baccalaureato in filosofia e la Licenza in Teologia Morale presso la Pontificia Università Gregoriana, è stato ordinato sacerdote nel 2006 e dal 2010 è parroco di Acquaformosa.
La sua attenzione continua per la comunità si è tradotta in numerose iniziative come SaporiDiVini, aperto nell’aprile 2022, un ristorante parrocchiale che propone pizza e i piatti della tradizione come le shëtridhlat, un ‘antica pasta arbëreshe, accompagnati da prodotti locali. La struttura, ricavata in un edificio di proprietà della parrocchia, dispone di 40 posti all’interno che diventano 70 d’estate con l’area all’aperto. Qui lavora il giovane Gerardo De Mari, cresciuto a Cerchiara di Calabria ma figlio di un cittadino di Acquaformosa, che dopo aver lavorato all’estero è tornato nel piccolo borgo. Durante il lockdown ha conosciuto padre Raffaele, iniziando a collaborare con la comunità. Poi a inizio 2022 l’offerta di occuparsi della nascita del ristorante parrocchiale. “L’incontro con padre Raffaele mi ha cambiato la vita – dice il ragazzo– perché mi ha insegnato che, se si vuole, si può sbocciare ovunque”.
L’impegno concreto di padre Raffaele del resto è palpabile nel piccolo paese con progetti volti a migliorare la vita dei suoi abitanti a partire dai più piccoli che frequentano l’asilo parrocchiale.
“Fino a qualche anno fa – dice padre Raffaele – era gestito da religiose, ma dopo la chiusura della loro casa, la struttura rischiava di scomparire. Così la parrocchia ha preso in carico la gestione, perché se i bambini non frequentano qui la scuola dell’infanzia probabilmente non lo faranno neppure con la scuola primaria”. Un ulteriore intervento che racconta la centralità della Parrocchia di San Giovanni Battista per la comunità di Acquaformosa. “Vogliamo dare un messaggio concreto – conclude padre De Angelis – di come la Chiesa possa essere un motore per la società e il territorio”.
Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. I sacerdoti sono sostenuti dalle offerte liberali dedicate al loro sostentamento. Nonostante siano state istituite 40 anni fa, a seguito della revisione concordataria le offerte deducibili costituiscono un argomento ancora poco compreso dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno.
Nate come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, le offerte per i sacerdoti sono diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica in quanto espressamente destinate al sostentamento dei preti al servizio delle 226 diocesi italiane; tra questi figurano anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi in via di sviluppo e 2.552 sacerdoti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2023 si è attestato appena sotto gli 8,4 milioni di euro in linea con il 2022. È una cifra ancora molto lontana dal fabbisogno complessivo annuo, che ammonta a 516,7 milioni di euro lordi, necessario a garantire ai circa 32.000 sacerdoti una remunerazione intorno ai mille euro mensili per 12 mesi.
Nel sito www.unitineldono.it è possibile effettuare una donazione ed iscriversi alla newsletter mensile per essere sempre informati sulle numerose storie di sacerdoti e comunità che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.
Modalità per fare un’Offerta per il sostentamento dei sacerdoti
Per sostenere i sacerdoti diocesani con le Offerte Uniti nel dono, si hanno a disposizione 4 modalità:
1 - Conto corrente postale
Si può utilizzare il c/c postale n. 57803009 per effettuare il versamento alla posta.
2 - Carta di credito
Grazie alla collaborazione con Nexi, i titolari di carte di credito Mastercard e Visa possono inviare l’Offerta, in modo semplice e sicuro, chiamando il numero verde 800 825000 oppure collegandosi al sito Internet www.unitineldono.it/dona-ora/
3- Paypal
Si può donare tramite paypal in modo veloce e sicuro selezionando questa opzione sul sito al momento della donazione. www.unitineldono.it/dona-ora/
4- Versamento in banca
Si può donare con un bonifico sull’iban IT 33 A 03069 03206 100000011384 a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero specificando nella causale “Erogazioni liberali art. 46 L.222/85” ai fini della deducibilità.
L’elenco delle altre banche disponibili a ricevere un ordine di bonifico è consultabile su www.unitineldono.it/sostienici/.
5 - Istituti Diocesani Sostentamento Clero
Si può anche effettuare il versamento direttamente presso gli Istituti Diocesani Sostentamento Clero (elenco Istituti Diocesani Sostentamento Clero www.icsc.it/sistema/istituti/).
L’offerta è deducibile.
Il contributo è libero. Per chi vuole queste Offerte sono deducibili dal proprio reddito complessivo, ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali, fino ad un massimo di 1032,91 euro annui. L’Offerta versata entro il 31 dicembre di ciascun anno può essere quindi indicata tra gli oneri deducibili nella dichiarazione dei redditi da presentare l’anno seguente. Conservare la ricevuta del versamento.