Riceviamo e pubblichiamo:
"Come Organizzazione Sindacale, ci troviamo ancora una volta costretti a denunciare l’ennesima aggressione verbale ai danni degli operatori sanitari del Pronto Soccorso Pediatrico dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Un episodio grave, che ha richiesto oggi l’intervento delle Forze dell’Ordine, allertate direttamente dall’équipe sanitaria, per allontanare un soggetto che – invitato semplicemente a rispettare le normali regole di attesa – ha reagito con minacce, insulti e un comportamento violento, scagliandosi verbalmente contro il personale. Non è un caso isolato. Episodi di questo tipo si ripetono con preoccupante frequenza, e da troppo tempo gli operatori del PS Pediatrico lavorano in un clima di crescente tensione e pericolo, senza alcuna forma di protezione o presidio di sicurezza adeguato. La CISL FP aziendale ha più volte sollecitato formalmente la Direzione Generale affinché venga istituito un servizio di vigilanza armata h24, a tutela dei lavoratori e degli utenti. A oggi, però, le nostre richieste restano senza risposta concreta. È inaccettabile che il Pronto Soccorso Pediatrico, attivo da oltre 20 anni e fondamentale per l’intera provincia, non sia ancora riconosciuto ufficialmente nell’atto aziendale. Una lacuna gravissima, che comporta non solo una costante carenza di personale e risorse, ma anche l’impossibilità di garantire una reale organizzazione dei servizi secondo quanto previsto dallo stesso DCA Regionale. Il personale di Pediatria e Chirurgia Pediatrica continua, con dedizione e professionalità, a far fronte a una mole di lavoro enorme, spesso in condizioni critiche e con un carico emotivo altissimo. Non possiamo più tollerare che venga lasciato solo. Chiediamo a gran voce che il Pronto Soccorso Pediatrico venga inserito formalmente nell’atto aziendale e che si provveda con urgenza all’istituzione di un presidio fisso di sicurezza, per garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure a chi ogni giorno si prende cura dei nostri bambini. Non c’è più tempo da perdere. La sicurezza degli operatori e dei piccoli pazienti non è negoziabile".