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Fillea CGIL: "No al rischio di stress termico"
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Con l’arrivo dell’estate e il relativo aumento delle temperature diventa di fondamentale importanza tutelare quei lavoratori che per le mansioni che svolgono sono più esposti al rischio termico. Come Fillea Cgil non vogliamo che si affronti il “rischio stress termico” solo dopo che si sia consumata l’ennesima tragedia sul lavoro, perciò chiediamo, così come abbiamo già fatto negli ultimi anni, al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, di emanare in tempi brevi le linee di indirizzo contro il rischio caldo sui posti di lavoro e di non aspettare il mese di luglio.  L’estate, che in Calabria è sempre più caratterizzata da alte temperature, superiori anche ai 35 gradi centigradi, oramai è quasi arrivata perciò riteniamo necessario che si intensifichino le azioni di prevenzione e vigilanza del rischio da stress termico. Pensiamo, quindi, che non è più procrastinabile l’emanazione di quelle norme atte a tutelare quei lavoratori che per le mansioni che svolgono sono più esposti al rischio termico A essere esposti al rischio stress termico sono tutti coloro che svolgono attività all’aperto come i lavoratori dell’edilizia civile e stradale, così come tutti quei lavoratori che svolgono “attività fisica rilevante” o che sono impegnati in ambienti chiusi senza una ventilazione adeguata. Come Fillea Cgil Calabria riteniamo che in caso di temperature sopra i 35° si dovrebbe ridurre o sospendere l’attività e poter fare ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo). Perciò, sollecitiamo, al presidente della giunta regionale calabrese, Roberto Occhiuto, di emanare con urgenza le linee di indirizzo per tutelare quei lavoratori che per le mansioni che svolgono rischiano di più lo stress termico e che queste linee di indirizzo abbiano un arco temporale di validità fino a non prima del 30 settembre, permettendo così anche alle imprese, ai lavoratori e alle istituzioni di poter programmare per tempo gli interventi necessari a tutela della salute. Chiediamo, così come abbiamo già fatto negli anni scorsi, che nei cantieri siano resi disponibili e accessibili fonti di acqua e, soprattutto, delle aree ombreggiate dove poter stazionare nelle pause. Riteniamo, altresì, necessario che le linee di indirizzo indichino l’obbligo per le imprese a rimodulare orari e carichi di lavoro tramite specifici accordi aziendali con le Rsu e/o le organizzazioni sindacali territoriali, con particolare attenzione alle piccole aziende. Inoltre sarebbe auspicabile che le linee di indirizzo prevedessero il riconoscimento, da parte delle Stazioni Appaltanti, di eventuali ritardi nella consegna dei lavori in caso di interruzioni per eventi climatici estremi.

 

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