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Corigliano-Rossano: “Nessun paziente lasciato senza servizio e nessuna carenza di farmaci al PS'
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La Direzione aziendale ripercorre le cause tecniche e organizzative che hanno portato alle difficoltà estive, illustrando le soluzioni adottate e garantendo la piena operatività delle urgenze.

Cosenza, 29 agosto 2025 - Nelle scorse settimane il presidio ospedaliero “Guido Compagna” dell’ospedale spoke di Corigliano – Rossano è stato al centro di un acceso dibattito pubblico a causa della sospensione delle attività del laboratorio analisi. Voci e preoccupazioni si sono diffuse tra cittadini e pazienti, generando un clima di incertezza. Per questo motivo, la Direzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ha deciso di fornire un chiarimento dettagliato sulle ragioni alla base del disservizio, ricostruendo punto per punto quanto accaduto e illustrando le soluzioni messe in campo. L’obiettivo è sgombrare il campo da equivoci: il laboratorio ha affrontato difficoltà oggettive, di natura tecnica e organizzativa, ma l’assistenza ai pazienti non è mai stata interrotta. Le emergenze sono sempre state coperte, le attività di routine riorganizzate, e già da metà agosto la situazione è tornata sotto controllo con un piano di lavoro che oggi garantisce i servizi h24.

Le difficoltà iniziali: il guasto ai sistemi informatici

Il primo nodo è stato di natura tecnica. Già dal mese di luglio si è registrato un malfunzionamento del server che gestisce il flusso dei dati tra le apparecchiature del laboratorio e il sistema centrale. Il direttore dello spoke di Corigliano Rossano Maria Pompea spiega: «Non c’è stata la traslazione dei dati dal server agli strumenti e dagli strumenti al server. Un passaggio delicato che avrebbe dovuto essere gestito dalle aziende informatiche incaricate una delle quali aveva messo a disposizione uno spazio su un cloud esterno per alleggerire il carico del server, ma il trasferimento non è stato portato a termine e il sistema si è bloccato». Il blocco ha paralizzato gran parte delle apparecchiature. Alcuni macchinari hanno continuato a funzionare, ma solo in modalità manuale.

 

La questione del personale

Alle difficoltà tecniche si è aggiunta la riduzione del personale. Un tecnico è stato sospeso per mancanza di requisiti formativi, un altro è andato in pensione, un terzo si è assentato per malattia. Alla fine il laboratorio si è trovato con risorse estremamente ridotte. In piena estate si è sommata un’ulteriore criticità: la necessità di garantire le ferie al personale rimasto in servizio. «I tecnici avevano bisogno di riposo. Abbiamo quindi dovuto organizzare turni ridotti e nel periodo più critico garantendo l’emergenza dalle 8 alle 14» - ha affermato la direttrice Bernardi. Per evitare interruzioni nell’assistenza ai pazienti, la Direzione ha organizzato un sistema straordinario di trasporto delle provette da Corigliano a Rossano. Sono stati impiegati due autisti con funzioni diverse. Questa soluzione, seppur complessa, ha permesso di fronteggiare il blocco tecnico senza lasciare scoperti i pazienti. «Abbiamo dovuto organizzarci con grande rapidità, ma la risposta è stata immediata. L’imprevisto non si può prevedere, ma si può affrontare con lucidità e determinazione. È quello che abbiamo fatto».

Il ritorno alla normalità

Dopo la metà di agosto, con la fine delle ferie e il rientro del personale, la situazione si è stabilizzata. «Non abbiamo avuto più grossi problemi – sottolinea la responsabile del Laboratorio Analisi dello stabilimento di Corigliano Lucia Petrelli –. Adesso garantiamo l’emergenza h24 direttamente da Corigliano, senza interruzioni. Per quanto riguarda le routine, abbiamo organizzato tre viaggi giornalieri per il trasporto delle provette a Rossano: alle 9, alle 11 e alle 15». Questa scansione oraria non è casuale. Alle 9 vengono raccolti i primi campioni della mattinata; alle 11 vengono gestiti in particolare i controlli delle pazienti con gravidanza a rischio o in gravidanza fisiologica, che necessitano di monitoraggi frequenti; alle 15 vengono ritirati i campioni relativi ai nuovi ricoveri. Un passo importante verso la normalizzazione definitiva è rappresentato dalla richiesta di attivazione del programma informatico “Concerto”, che permetterà di gestire direttamente da Corigliano i prelievi dei pazienti esterni, con caricamento automatico dei dati sul server di Rossano. «Abbiamo chiesto con urgenza l’installazione di questo software – spiega la Direttrice Bernardi–. Così i prelievi effettuati a Corigliano verranno caricati in tempo reale e inviati a Rossano, eliminando passaggi manuali e riducendo i tempi di risposta. Ancora non è stato installato, ma confidiamo che venga fatto a breve».

Nessun paziente abbandonato

La Direzione sanitaria tiene a precisare: «Non abbiamo mai lasciato un solo giorno Corigliano privo di servizio. Né il pronto soccorso né i reparti sono rimasti scoperti. Le urgenze sono state sempre garantite, inizialmente attraverso il supporto del trasporto immediato e oggi direttamente sul posto. L’utenza non ha subito disagi significativi, se non nei primissimi giorni legati al blocco improvviso del server. Da quel momento in avanti abbiamo messo in campo tutte le risorse disponibili per garantire continuità». La stessa Direzione riconosce tuttavia che i cittadini possano aver percepito momenti di incertezza: «Quando un sistema si blocca, l’impatto iniziale è inevitabile. Ma abbiamo reagito prontamente – conclude la Bernardi - predisponendo un’organizzazione straordinaria che ha consentito di mantenere i servizi essenziali».

La Direzione Sanitaria di Presidio dello Spoke di Corigliano Rossano ritiene doveroso fare chiarezza a seguito della pubblicazione di un articolo apparso su alcune testate locali, nel quale veniva riportato un presunto episodio accaduto al pronto soccorso “Nicola Giannettasio” del presidio ospedaliero di Rossano. Secondo tale ricostruzione, un paziente avrebbe lamentato la mancata somministrazione di un farmaco, insinuando l’assenza della terapia necessaria presso la struttura. Si smentisce in maniera netta e documentata questa versione dei fatti. Non vi è stata alcuna carenza di farmaci, né alcun rifiuto di trattamento. La vicenda trae origine da un equivoco legato al nome commerciale di un medicinale, circostanza che merita di essere spiegata nel dettaglio per restituire ai cittadini un quadro chiaro, senza fraintendimenti. La Direttrice dello Spoke, Maria Pompei Bernardi ha ricostruito l’accaduto: il paziente in questione pretendeva un farmaco identificato da un marchio specifico, mentre l’ospedale disponeva di un medicinale equivalente, con la stessa molecola e la stessa efficacia terapeutica.

La Direttrice ha osservato che situazioni simili non sono nuove: soprattutto tra pazienti anziani, abituati da anni a un determinato marchio prescritto dal proprio medico di base, può nascere diffidenza verso il farmaco equivalente, pur trattandosi della stessa molecola. «In questi casi – spiega – capita che i pazienti preferiscano portare il farmaco da casa. È un comportamento che tolleriamo, purché la somministrazione avvenga sotto il controllo medico, per evitare agitazione o incomprensioni».

 

La Direzione ribadisce con fermezza che nessun paziente è stato lasciato senza medicazione. Al contrario, il personale sanitario ha assicurato la terapia disponibile e, in linea con le buone pratiche cliniche, ha garantito che il trattamento fosse adeguato. La differenza era solo nel marchio, non nella sostanza terapeutica. L’episodio, dunque, non testimonia alcuna mancanza di farmaci o disservizio, bensì un tipico malinteso che può verificarsi nel rapporto con pazienti cronici, spesso legati a una consuetudine farmacologica consolidata.

A seguito della diffusione della notizia, la Direzione Sanitaria ha immediatamente avviato un’indagine interna, richiedendo una relazione dettagliata al pronto soccorso. Il documento ha confermato in pieno la versione fornita dai medici: nessuna indisponibilità, nessuna sospensione delle terapie, ma semplicemente l’impiego di un equivalente. La verifica è stata inoltre condivisa con la responsabile della farmacia ospedaliera, la dottoressa Erminia Sansone, che ha ulteriormente confermato la piena regolarità delle forniture e l’assenza di criticità. La questione sollevata offre l’occasione per chiarire in modo più ampio come funziona l’approvvigionamento dei farmaci presso lo Spoke di Corigliano Rossano. Standardizzazione degli ordini – I farmaci vengono richiesti e forniti secondo procedure codificate, basate sul consumo storico e su protocolli che garantiscono continuità. Monitoraggio costante – Le scorte sono oggetto di controlli regolari, con un sistema che consente di programmare i rifornimenti in anticipo, evitando carenze. Gestione delle scadenze – I medicinali in prossimità della scadenza vengono redistribuiti tra reparti e strutture per ridurre al minimo lo spreco e assicurare il loro impiego. Farmaci particolari – Alcune categorie, come quelli oncologici o molto specifici, non vengono tenute in grandi quantità per ragioni di utilizzo limitato e rischio di scadenza. In questi casi, se un presidio esaurisce temporaneamente la scorta, è attiva una rete di cooperazione tra ospedali della provincia che permette il trasferimento immediato.

«Quando un farmaco non è disponibile in quantità sufficiente – sottolinea la Direttrice – interviene un autista autorizzato che, su disposizione della Direzione medica di presidio, si reca nell’ospedale vicino a ritirarlo. Questo avviene non solo a Corigliano Rossano, ma in tutta la rete provinciale: una prassi ordinaria ed efficace». Uno dei punti cruciali da chiarire riguarda il concetto di equivalenza terapeutica. I farmaci equivalenti contengono la stessa molecola attiva, nella stessa quantità, e garantiscono identico effetto terapeutico rispetto al farmaco di marca. La legge italiana e le linee guida internazionali prevedono l’uso di equivalenti come pratica sicura, efficace ed economicamente sostenibile. Rifiutarne l’utilizzo non significa che vi sia una carenza, ma piuttosto un’incomprensione legata alla denominazione commerciale. La Direzione dello Spoke ribadisce che la trasparenza verso i cittadini è un principio irrinunciabile. Per questo ha deciso di intervenire pubblicamente: non per alimentare polemiche, ma per rassicurare la popolazione. Non vi sono problemi di rifornimento, non vi sono terapie negate, non vi è stato alcun episodio che possa far temere carenze strutturali. La sicurezza dei pazienti e la continuità delle cure restano al centro dell’attività quotidiana dell’ospedale.

 

 

 

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