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La donna e la torre. Qualche notizia sulla leggenda che AMA Calabria porterà per la prima volta in scena a Reggio e a Palmi sull’azione musicale di Fabrizio De Rossi Re (pianoforte e melodica) e Federica Montanelli (voce recitante). La performance debutterà il 7 novembre al Teatro Francesco Cilea, a Reggio Calabria (ore 21), mentre il giorno seguente sarà replicata all’Auditorium della Casa della Cultura a Palmi (ore 18.30). Si narra che la torre stessa, fosse stata abitata, ed è proprio qui che la storia lascia il posto alla leggenda, in un passaggio di testimone davvero unico ed ineguagliabile. Secondo il mito infatti, ad abitare la torre era una gentildonna ricchissima, di nome donna Canfora. Essa possedeva sia le più rare virtù che una bellezza suprema. Rimasta vedova da giovane, volle dedicare la sua vita alla devozione verso il marito morto. Essa era amata da tutti, e si diceva che avesse una predilezione per i tessuti pregiati. La sua fama giunse alle orecchie dei Saraceni, i quali erano soliti fare incursioni e scorrerie sulle coste tirreniche del reggino, ed un giorno, essi decisero di rapire donna Canfora. Approdati a Pietre nere, imbandirono un sontuoso mercatino dove esposero le loro merci più pregiate, come stoffe, spezie e tappeti di primissima qualità. Tutte le donne della zona si fermarono ad ammirare queste merci pregiate, che si trovavano esposte appositamente sul ponte della nave, in modo da attirare Donna Canfora verso l’imbarcazione. Donna Canfora ivi si recò, convinta dalla propria governante, e salì sul ponte della nave, ad osservare le merci pregiate. Non appena cadde in trappola, il capitano ordinò di mollare gli ormeggi, e la nave cominciò ad allontanarsi dalla spiaggia. La giovane donna, sentendosi disonorata, si gettò oltre il parapetto, ingoiata dal mare della sua amata terra, morendo così annegata. Secondo un’altra versione invece, la donna sarebbe stata trasformata in una sirena, tant’è vero che il suo canto ancora oggi, viene udito dalle barche dei pescatori locali. Note sull’artista De Rossi Re è compositore e librettista italiano.Ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia diplomandosi in composizione con Mauro Bortolotti e in strumentazione per banda con Raffaello Tega. Importanti per la sua formazione sono stati gli incontri con il pianista di jazz Umberto Cesari, con Sylvano Bussotti (Scuola di Fiesole) con Salvatore Sciarrino (corsi di perfezionamento di Città di Castello) e, più recentemente, con Luciano Berio. Insegna Elementi di composizione per didattica della musica presso il Conservatorio Giovan Battista Pergolesi di Fermo. È docente di Didattica dell'improvvisazione e della composizione presso la Scuola di specializzazione SSIS Università del Lazio (indirizzo musica e spettacolo). Le sue composizioni sono state pubblicate ed incise da Adda Records, Agenda, BMG Ariola, CNI, Edipan, Fonit Cetra, I Move, QQD, Rai Trade, RCA, Semar, Sonzogno.La produzione musicale di De Rossi Re è caratterizzata da un'esplorazione che accoglie e coniuga varie esperienze stilisticamente multiformi sempre in bilico tra una diretta comunicazione e l'eredità linguistica della sperimentazione. La sua produzione comprende opere di teatro musicale (Biancaneve ovvero il perfido candore del 1993, su libretto proprio con la regia di Catherine McGilvray, scenografia e costumi di Cristian Taraborrelli; Cesare Lombroso o il corpo come principio morale del 2001, su libretto di Adriano Vianello; Musica senza cuore, azione musicale grottesca liberamente tratta dal libro Cuore su libretto di Francesca Angeli (con Paola Cortellesi, rappresentata a Roma nel 2003); King Kong, amore mio, opera grottesca e sentimentale 2011); lavori sinfonico-corali (come la recente Rappresentatione per strumenti antichi, coro e orchestra commissionata dall'Accademia nazionale di Santa Cecilia) e cameristici (Ricercare per clavicembalo e archi, scritto per il quartetto d'archi dei Berliner Philharmoniker). Tra le altre composizioni si ricordano inoltre Cantopinocchio, su libretto di Adriano Vianello, con Simona Marchini
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