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IL CONCIERTO DI ARANJUEZ E L'EROICA DI BEETHOVEN AL RENDANO PER IL PENULTIMO APPUNTAMENTO DELLA STAGIONE LIRICO-SINFONICA
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Un appuntamento imperdibile quello di sabato 6 febbraio al Teatro “Rendano”. Per il cartellone della stagione lirico-sinfonica del teatro di tradizione cosentino in programma, alle ore 20,15, il Concerto Sinfonico che vedrà eseguite, dall’Orchestra del Teatro “Alfonso Rendano” e per la prima volta a Cosenza, due delle pagine più significative della storia della musica: il “Concierto de Aranjuez” per chitarra e orchestra e la sinfonia n.3 di Beethoven, la cosiddetta “Eroica”. “Dopo il successo di “Tosca” – sottolinea l’Assessore al Teatro Rosaria Succurro – prosegue la programmazione di qualità del Rendano. La stagione offre ora al pubblico un’occasione unica. Quella di assistere alla prima esecuzione di due autentici capolavori, protagonista, ancora una volta, l’Orchestra che porta il nome del nostro teatro e che si sta distinguendo come compagine affiatata ed in continua ascesa. Ci fa piacere che a dirigerla sia, in questo caso, un giovane direttore di cui si dice un gran bene”. Entrambi i capolavori della letteratura musicale che saranno eseguiti sabato 6 febbraio si legano al tema della stagione del Rendano “L’Eroe e l’Identità”. La “voce” della chitarra, nel celebre Concierto de Aranjuez che aprirà la serata del “Rendano”, tratteggia il profilo dell’Identità, con un richiamo verso la terra di Calabria in cui, ancora oggi, vive ed opera l’antica famiglia De Bonis di Bisignano, nota per i suoi strumenti a pizzico e depositaria di una delle più importanti tradizioni legate all’arte liutaria, in quanto costruttori di strumenti sin dal 1780. Il tema dell’Eroe è, invece, affidato alle pagine della Terza Sinfonia di Beethoven, inizialmente dedicata al Console Napoleone Bonaparte, il cui titolo, “Eroica”, venne attribuito nel 1806, nella prima edizione a stampa. Beethoven compose l’Eroica proprio in omaggio a Napoleone Bonaparte prima di scoprire che fosse non tanto il portatore degli ideali illuministi quanto un conquistatore. Nel concerto sinfonico di sabato 6 febbraio l’Orchestra del “Rendano” sarà diretta da Francesco Lanzillotta considerato uno dei più promettenti giovani direttori nel panorama musicale italiano. “Francesco Lanzillotta – sottolinea il direttore artistico del “Rendano” Lorenzo Parisi - ha un forte legame con il nostro territorio (la famiglia è originaria di Fuscaldo e il padre Luigi è violoncellista dell’Orchestra della Rai e direttore artistico dell’Orchestra “Roma Sinfonietta”) e si sente, a giusta ragione, un po’ calabrese. E’ una delle giovani bacchette italiane richieste in tutto il mondo ed è il direttore principale dell’Orchestra Filarmonica “Toscanini” di Parma”. Lanzillotta ha diretto, negli ultimi anni, in alcuni tra i più importanti teatri, dalla Fenice di Venezia al San Carlo di Napoli, dal Verdi di Trieste al Filarmonico di Verona. Salito anche sul podio dell’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino, si è distinto anche all’estero, dopo essersi perfezionato in direzione d’orchestra al Bard College di New York e con George Phelivanian a Madrid. Nel Concierto di Aranjuez l’Orchestra del Rendano sarà affiancata dal giovane chitarrista Riccardo Calogiuri, vincitore del IV concorso internazionale “Maria Quintieri”, promosso dall’Associazione “Maurizio Quintieri” in collaborazione con la Fondazione Carical. Parlando dei due capolavori che saranno eseguiti sabato al Rendano il direttore artistico Parisi ha aggiunto che “in particolare l’Eroica di Beethoven rappresenta un punto di riferimento insostituibile per tutti i compositori che sono venuti dopo, essendo, all’interno della letteratura musicale, ciò che, tanto per intenderci, “I Promessi Sposi” e “La Divina Commedia” rappresentano nella produzione letteraria”. Composta a Vienna tra l’ottobre del 1802 e la primavera del 1804, l’Eroica ha visto la sua prima esecuzione pubblica nella città austriaca il 7 aprile 1805, diretta dallo stesso Beethoven. Le fonti fanno risalire al 1939, invece, la stesura del “Concierto de Aranjuez”. Fu grazie a questa memorabile pagina musicale che il suo autore, il pianista Joaquin Rodrigo, uno dei compositori spagnoli più famosi del primo dopoguerra, si impose maggiormente all’attenzione del mondo musicale internazionale.
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