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CONCLUSO IL CONGRESSO NAZIONALE DELLA SIDV CURATO DA ELIA DIACO
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L’angiologo che per primo ha introdotto in Calabria l’innovativa metodica della Scleromousse

 La Calabria che sa eccellere, a dispetto dei tanti stereotipi che le pesano addosso. L’ultima testimonianza viene dalla ricerca nella cura delle vene varicose e porta la firma dell’angiologo Elia Diaco, che per primo ha introdotto nella nostra regione la scleromousse, la “schiuma terapia” eco guidata.

La metodica, fortemente innovativa, ha già raggiunto risultati terapeutici notevoli. Messa a punto dai ricercatori dell'Imperial College di Londra e sperimentata con successo in Francia, essa ha di fatto sostituito i trattamenti tradizionali. Di scleromousse si è discusso recentemente a Scilla in una delle sessioni del prestigioso Corso Istituzionale SIDV, la Società Italiana di Diagnostica Vascolare, di cui lo stesso Diaco è responsabile per la Calabria.

“Premesso che le vene varicose possono provocare danni gravi agli arti inferiori – spiega l’angiologo – i dati rilevati parlano chiaro: a parità di efficacia di trattamento, la scleroterapia risulta meno dolorosa, quattro volte più economica e consente ai pazienti di riprendere più velocemente le normali attività quotidiane. Essa consiste nell’iniettare, all’interno della varice, un farmaco sclerosante in forma di schiuma compatta ottenuta mescolando il farmaco (detergente) con l’aria atmosferica o con gas biocompatibili. L’iniezione avviene tramite due siringhe collegate tra loro da un rubinetto a tre vie (metodo del Turbillon di Tessari)”.

La scleromousse sostituisce l’intervento chirurgico e si pratica in ambulatorio, senza anestesia e senza usare il bisturi. “La patologia è invalidante – prosegue Diaco – e se non è ben curata può portare a una trombosi venosa superficiale con conseguente compromissione della circolazione e dello stato locale delle gambe. Tra i sintomi, ricordiamo l’incontinenza venosa con una sensazione di pesantezza alle gambe e il prurito, che può portare alla formazione di eczema con la conseguente lesione della pelle e l’ulcerazione cutanea. Il problema non va sottovalutato ma affrontato con tempestività. Di norma, facciamo una valutazione angiologica e con l’ausilio dell’Eco Color Doppler verifichiamo la funzionalità valvolare e il diametro del vaso venoso. Quanto al trattamento, esso non necessita di ricovero. La schiuma, iniettata con l’ago, viene introdotta a diverse concentrazioni all’interno di un vaso venoso, il cui diametro massimo può essere di quindici millimetri. La mousse si diffonde i pochi secondi stimolando la cicatrizzazione dell’endotelio della vena in maniera indolore. Nella mia esperienza – conclude l’angiologo – sostituisce in maniera efficace la tecnica tradizionale di crossectomia e stripping, garantendo una completa autonomia nella gestione del paziente”.

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