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IL TRISTE DIARIO DI UN COLLABORATORE SCOLASTICO
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Proprio cosí, perché Silvio De Rose, 52 anni di Cosenza, quest’anno rimarrà a casa contro il suo volere nonostante gli siano pervenute numerose convocazioni (per essere esatti 49) come collaboratore scolastico a Parma e in provincia di Parma. 

Riceviamo e pubblichiamo:

Ma partiamo dal principio.
Dopo tante esperienze lavorative non finite bene Silvio si ritrova disoccupato e solo l’anno scorso, con piacevole sorpresa, si vide arrivare una chiamata dal Miur che lo assumeva a tempo determinato, per tutto l’anno scolastico, come personale Ata per il profilo professionale di Collaboratore Scolastico in un Istituto comprensivo di PARMA – sede di servizio Baganzola – Parma.
Non essendo piú un ragazzino, aveva finalmente smosso quella graduatoria nella quale era inserito da tantissimo tempo e il 2/10/2015 prese servizio a Baganzola - Parma con un contratto lavorativo di 36 ore settimanali.
Una luce si accese nella vita di quest’uomo che non fu baciata sicuramente dalla fortuna, in quanto nel 2012 venne riconosciuto invalido civile al 100%, e gli viene inoltre Riconosciuta la Legge 104/92 Personale, in seguito a delle gravi patologie, ma idoneo al lavoro e con una situazione familiare difficile poiché a carico, insieme al fratello, della anziana madre malata e pensionata.
Una situazione frustrante che diede, ad una persona di 52 anni, ormai scoraggiata e disillusa dal mondo del lavoro, una speranza ed un’energia per una vita migliore per se e per i suoi cari. Silvio partí, prese casa a Parma, allaccio’ tutte le utenze, fece l’abbonamento ai trasporti pubblici per raggiungere il posto di lavoro e investì le sue piccole risorse finanziare per cominciare una vita nuova.
Inizialmente sembrò andare tutto bene, Silvio era benvoluto dagli studenti, dai genitori degli stessi, da tutti i docenti della scuola, ligio, sempre puntuale, preciso.
Finché un fulmine a ciel sereno arrivò il 15 Aprile 2016 quando Silvio, di punto in bianco, si vide arrivare la revoca del contratto per “non veridicitá delle dichiarazioni per non aver riportato condanne penali”. In realtà il reato contestato consistette nell’omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali per il 2006 con sospensione condizionale della pena ai sensi dell’art. 163 del C.P. ( reato depenalizzato nel 2014).
Per l’uomo fu l’inizio di un vero e proprio incubo poiché in base al D.M. 717/14 l’ art.8.2 prevede il licenziamento ma l’art. 8.4 prevede addirittura l’esclusione e il decadimento dalle graduatorie di riferimento per autodichiarazioni mendaci.
Per Silvio le accuse mosse contro di lui erano considerate totalmente prive di fondamento, e decise pertanto, di fare chiarezza sull’accaduto rivolgendosi ad un avvocato e facendo ricorso al Giudice del Lavoro di Parma..
Cominció un calvario che, oltre a comportare un notevole dispendio di risorse economiche, fece sprofondare Silvio in un forte stato depressivo poiché dovette rientrare a casa della madre e vivere da mantenuto.
Una dignità calpestata, dunque, da accuse infondate visto che nel casellario giudiziale e dei carichi pendenti del Tribunale di Cosenza nulla veniva rilevato.
Cosí stabilì anche il Tribunale di Parma – Sezione Lavoro – con sentenza del 18 luglio 2016 che accolse il ricorso e dichiarò Nullo e Illegittimo il provvedimento emesso nei confronti di Silvio, ordinando al Miur il suo reinserimento nelle graduatorie di 3^ fascia per il triennio 2014-2017 con conseguente punteggio maturato nei nove mesi di servizio.
Chiunque legga questa storia potrebbe pensare che si tratti di un licenziamento illegittimo conclusosi positivamente per il signor De Rose; ció che invece non sembra chiaro e semplice ma che è tristemente reale sono le conseguenze che ha dovuto subire e subisce ancora il malcapitato in seguito a questa brutta vicenda.
La mancata liquidazione del Tfr, il mancato recepimento di stipendi e indennità di disoccupazione fanno di Silvio oggi un uomo infangato nell’immagine, nella reputazione, senza un euro in tasca e quindi impossibilitato a ripartire e ad accettare nuovi incarichi a Parma poiché non sono ancora state versate le somme dovute e nessun risarcimento gli è stato ancora ammesso.
Quello che si augura Silvio, ma anche qualsiasi cittadino che creda che ci sia ancora uno Stato a tutelare i propri diritti, è che il MIUR non rimanga inerme di fronte a questa vicenda e che prenda subito dei provvedimenti severi nei confronti di chi ha abusato dei propri poteri, non rispettando un Regolamento Disciplinare che prevede la concessione del termine di difesa di 20 giorni previsto dall’art. 55 bis del T.U. del Pubblico Impiego, procedendo di sua personale iniziativa con il licenziamento in tronco di un dipendente.
A gran voce si richiede dunque, una maggiore professionalità e competenza di coloro che “dovrebbero” dirigere la scuola pubblica, non permettendo più a nessuno di “infangare” il nome degli addetti ai lavori.
W la “Buona Scuola Italiana” Signor Ministro…….
Silvio De Rose

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