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'' LA GESTIONE DELLA SANITA' IN CALABRIA ? ''
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Deficitaria anche per i fallimenti di Oliverio» I consiglieri di centrodestra chiedono la convocazione del Consiglio regionale Nelle prossime ore sarà formalizzata la richiesta di una seduta ad hoc sul tema

«Oliverio veste i panni del capopopolo per mettere in scena la solita commedia: lui buono, tutti gli altri cattivi. Un copione ormai privo di fascino e credibilità, dopo quattro anni di malgoverno. Più che mai è urgente discuterne in Consiglio». Il centrodestra calabrese boccia le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni dal presidente della giunta regionale, da ultimo a commento delle preoccupazioni esternate anche dalla Corte dei Conti in ordine al lievitare della situazione debitoria nel comparto della sanità. «Nei prossimi giorni mi renderò promotore di una campagna di mobilitazione», aveva già detto Oliverio censurando i risultati conseguiti dall’Ufficio del Commissario per il rientro dal debito sanitario e lamentando il crescere del debito del comparto nel corso dell’ultimo anno. Una presa di posizione nettamente censurata però dalle opposizioni. «Il risveglio dell’Oliverio furioso – affermano i consiglieri regionali Gianluca Gallo (nella foto), Claudio Parente e Fausto Orsomarso, rispettivamente capigruppo di Cdl, Fi e Gruppo misto-Fdi – è un altro spot in chiave elettoralistica: dopo aver gestito al peggio le sorti della Calabria dal 2014 ad oggi, il presidente si accorge soltanto adesso che qualcosa non va nel campo della sanità, e finisce per addossare ogni responsabilità al commissario. Dimentica invece, per comodità, le sue competenze e dunque le sue responsabilità». Proseguono i tre consiglieri del centrodestra: «Un anno fa di questi tempi Oliverio, proprio lui, andava in giro per la Calabria ad annunciare di volersi incatenare davanti agli ingressi di Palazzo Chigi. Ma non solo a Roma non lo ha mai visto nessuno, ma nemmeno si ha notizie di sue iniziative o provvedimenti, eccezion fatta per nomine varie, nel segno della lottizzazione di ospedali e nomine sanitarie». Dalle parole ai numeri: «Nel 2013, come da consuntivo approvato dall’ex Tavolo Massicci, il disavanzo era pari a 34 milioni. Come già certificato dagli advisor della società di revisione contabile “Kpmg”, le perdite nel corso del 2018 dovrebbero ammontare invece a più di 163 milioni di euro, in aumento di 63 milioni sul debito del 2017. Un picco determinato non dall’erogazione di servizi più efficienti bensì, al contrario, dall’incremento della spesa farmaceutica ospedaliera e dall’acquisto di maggiori beni e servizi da parte delle aziende sanitarie. Com’è noto, si tratta di ambiti nei quali la responsabilità è della giunta regionale, dal momento che le nomine dei dirigenti sono nelle mani del presidente e dei suoi collaboratori». Sottolineano ancora i consiglieri del centrodestra: «Se è innegabile che il Commissario possa aver commesso qualche errore, di cui politicamente dovrebbe rispondere chi lo ha voluto in quel ruolo, è tuttavia intollerabile che Oliverio dimentichi le proprie, che derivano chiaramente dalle scelte fatte. Non riuscirà, nonostante il tentativo, a far dimenticare i tanti direttori generali saltati per dimissioni, in qualche caso per mancanza di titoli e requisiti, altre volte per rimozione forzata. Neppure può essere taciuta l’incapacità di costruire, negli anni in cui pure il Governo dell’Italia era nelle mani del Pd di Oliverio, un rapporto con un Commissario designato proprio da quel Governo a guida Pd». Insomma, concludono Gallo, Parente e Orsomarso «anche e soprattutto alla luce delle precarie condizioni in cui versa il sistema sanitario calabrese, che è poi la questione più seria alla quale in questi anni il centrosinistra non è riuscito a dare risposta, ce n’è abbastanza per chiedere che la discussione venga svolta nelle sedi istituzionali deputate, quelle dalle quali invece Oliverio scappa appena può. Nelle prossime ore formalizzeremo la richiesta di una seduta urgente del Consiglio regionale, da dedicare alla trattazione del tema sanità. La situazione è grave: non la si può liquidare con battute e slogan, come vorrebbe l’Oliverio ieri di governo, oggi di lotta contro tutto e tutti, compreso se stesso».

 

 

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