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Atti intimidatori nel Tirreno Cosentino il Sindacato di Polizia dice basta
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La recente escalation di atti criminali nell'alto Tirreno Cosentino rappresenta una forte imposizione della criminalità organizzata sulla società civile. Le intimidazioni, gli attentati e le azioni violente contro persone innocenti hanno paralizzato la comunità che ora attende risposte dallo Stato. Il Segretario Generale della Calabria del sindacato di polizia LeS (Libertà e Sicurezza Polizia di Stato), Vincenzo Pino, ha dichiarato che non è la prima volta che assistiamo a questo tipo di azioni in Calabria e che LeS non rimarremo a guardare; merita l'attenzione adeguata da parte del governo. Esprimo la mia vicinanza e solidarietà all'azienda di autolinee Preite, che lo scorso 23 gennaio ha visto distruggere tre dei suoi bus a Diamante, e alla famiglia Araugio di Scalea, titolare dello stabilimento balneare "Da Pietro", distrutto dalle fiamme. Questi atti spietati e crudeli dimostrano la volontà della malavita di affermare la sua presenza e potere. È ora di dire basta e ci aspettiamo un intervento deciso dello Stato, che non si limita a intensificare i controlli, ma che preveda anche altre misure. L'alto Tirreno Cosentino è una destinazione turistica popolare durante la stagione estiva, con un flusso di vacanzieri che triplica quello dei residenti. Riteniamo che sia essenziale intensificare la presenza dello Stato, anche attraverso l'apertura di un posto di polizia. Riteniamo che la chiusura del Posto di Polizia di Cetraro sia stato un errore e che, dopo questi episodi, sia necessario prendere in considerazione la possibilità di riaprirlo. In determinati territori "caldi", gli uffici di polizia non devono essere chiusi, ma rafforzati. Speriamo che gli autori di questi atti criminosi arrivino presto alla giustizia, poiché coloro che vivono per commettere illeciti a danno dei cittadini perbene non devono avere spazio nella società civile.

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