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Presentata in Duomo il tesoro votivo della Madonna del Pilerio
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Per la prima volta nella storia della Cattedrale di Cosenza, il tesoro votivo della Madonna del Pilerio sarà esposto al pubblico. Oltre 150 monili, donati nei secoli dai fedeli come segno di devozione, saranno esposti ne “L’Oro di Cosenza”, in programma nella Settimana Santa di aprile, con l’intento di restituire alla città un patrimonio di arte e fede.

L’iniziativa nasce da un’idea di Don Luca Perri, rettore della Cattedrale, e di Sergio Mazzuca, titolare di Scintille Gioiellerie, per riportare alla luce un insieme di oggetti che rappresentano una storia di artigianato orafo, ma esprimono anche il legame profondo tra i fedeli e la loro Patrona. Dietro ogni ex voto ci sono storie di dolore, speranza e gratitudine. Esporre questi monili significa rendere visibile il rapporto antico che lega la città alla Madonna del Pilerio.

La mostra è stata presentata ufficialmente nella cappella seicentesca della Madonna del Pilerio, all’interno del Duomo di Cosenza, custode della storia e della spiritualità della comunità. Alla conferenza stampa hanno preso parte Don Luca Perri, Sergio Mazzuca, Maria Saveria Veltri, dirigente dell’IIS Marconi-Guarasci di Cosenza, Ugo Lombardi, regional manager di Banca Mediolanum, e la scrittrice Felicita Cinnante in rappresentanza dell’Associazione Franco Guido e No.Do. Formazione Academy.

Don Luca Perri ha sottolineato il valore spirituale di questo evento: «Dietro ogni oggetto, ogni ex voto, c’è una storia di sofferenza, di speranza, di affidamento. Il tesoro votivo della Madonna del Pilerio è il segno tangibile di un legame profondo tra i fedeli e la loro Patrona. Pensiamo a chi ha vissuto la malattia, la fatica, il dolore. Questi oggetti raccontano il desiderio di affidarsi a una forza superiore, la volontà di ringraziare per una grazia ricevuta. La Madonna non è distante, ma entra nella vita concreta delle persone, nella loro lotta quotidiana. Il valore storico e artistico di questi monili è indiscutibile, ma il loro valore più grande è spirituale. Attraverso questa mostra vogliamo rendere visibile un legame che dura da secoli, una relazione personale e collettiva che ha sempre unito la città alla sua Patrona».

L’esposizione sarà preceduta da un accurato lavoro di restauro dei gioielli, affidato ai maestri orafi di Scintille Gioiellerie coadiuvati dagli studenti dell’Istituto Marconi-Guarasci, che si occuperanno della pulitura e della catalogazione dei pezzi. Sergio Mazzuca ha raccontato l’importanza di questo lavoro: «Ha un valore simbolico enorme, perché ci rende testimoni di un dovere che sentiamo nei confronti della Madonna. Siamo felici della collaborazione con la Cattedrale e con l’Istituto Marconi-Guarasci, con cui lavoriamo già da più di un anno. I ragazzi sono entusiasti di partecipare, perché hanno la possibilità di lavorare su modelli che racchiudono oltre cento anni di storia. Saranno loro ad aiutarci a trattare con passione questi gioielli straordinari. Avvertiamo la responsabilità di questo lavoro, perché ogni gesto è carico di significato. Si tratta di prendersi cura dell’oro antico, di ridare luce a monili che portano con sé memorie e devozione. Il nostro compito è restituire loro splendore, rispettandone la storia e il valore».

Maria Saveria Veltri, dirigente dell’Istituto Marconi-Guarasci, ha evidenziato il valore formativo di questa iniziativa: «Il nostro istituto è l’unica scuola in Calabria a offrire un corso professionale in oreficeria. Attraverso questa sinergia con Scintille Gioiellerie, gli studenti possono apprendere direttamente dai maestri orafi, lavorando con materiali preziosi e acquisendo competenze fondamentali per il loro futuro professionale».

Ugo Lombardi, di Banca Mediolanum, ha sottolineato l’importanza del sostegno alla valorizzazione del patrimonio culturale: «Sostenere progetti del genere significa valorizzare il territorio, le sue tradizioni e le sue eccellenze. La nostra banca si attiene ai valori trasmessi dal suo fondatore, Ennio Doris: migliorare la vita delle persone che ci circondano. E questo accade anche attraverso la promozione di iniziative di valore storico e culturale come questa».

Felicita Cinnante ha infine posto l’attenzione sul significato della mostra: «Il senso della mostra è dato da un valore assoluto che si va perdendo nella nostra società: quello del sacrificio, della rinuncia, della privazione per ottenere un obiettivo. In questo caso si trattava di grazie, di richieste rivolte all'alto, per chi crede, ma è un valore assoluto anche in tempo laico».

L’esposizione L’Oro di Cosenza offrirà alla città un patrimonio di arte e devozione che per la prima volta viene aperto alla comunità con tutta la sua forza simbolica.

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