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Caloveto, le suore devono restare
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Suor Emily, Suor Feby e tutte le suore Compassioniste Serve di Maria in quasi 16 anni di permanenza nel nostro borgo sono diventate un punto di riferimento imprescindibile per i calovetesi, soprattutto per gli anziani e per i più fragili. La possibilità che la Comunità cenobitica possa chiudere e le sorelle trasferite, ci rammarica e preoccupa. Una scelta improvvisa e non condivisa.

CITTADINANZA IN APPRENSIONE PER IL TRASFERIMENTO DELLE SUORE

È quanto dichiara, preoccupato, il Sindaco Umberto Mazza che, sollecitato dalla profonda apprensione della cittadinanza, insieme al parroco Don Agostino De Natale, ha attivato tutti i contatti istituzionali per scongiurare il trasferimento delle Suore, a partire dall'Arcivescovo di Rossano-Cariati, Mons. Maurizio Aloise, che ringrazia per l'attenzione che sta riservando alla vicenda, per finire alla Madre Generale dell'Ordine, Suor Maria Raffaella Todisco.

ESSENZIALE IL LORO SUPPORTO DURANTE LA PANDEMIA

In questi tredici anni, di cui 11 vissuti da Sindaco – dichiara il Sindaco – le suore hanno rappresentato per tutti noi un punto di forza sociale, spirituale e di grande coesione. Tutte le categorie sociali hanno potuto beneficiare del loro apporto e del loro operato, anche durante il periodo pandemico del Covid-19.

VALORE PERSONE OLTRE SCELTE COMPRENSIBILI MA TROPPO RAZIONALI

Abbiamo chiesto di incontrare la Madre Generale – sottolinea il Primo cittadino - per chiedere chiarimenti per una scelta che causerà sicuramente un malcontento generale ed un impoverimento della nostra comunità. Il valore che hanno le persone, indipendentemente dal loro numero, rimane prioritario, soprattutto quando queste negli anni hanno trovato nella presenza di queste religiose un punto di riferimento che non può essere cancellato con un tratto di penna o per logiche, sicuramente comprensibili, ma esclusivamente razionali.

RELIGIOSE PATRIMONIO SOCIALE DELLA COMUNITÀ

L’auspicio è che l’Ordine possa riconsiderare la scelta di sopprimere la comunità delle suore e di valutare, insieme all’Arcidiocesi, altre possibilità che tengano in vita questa realtà che è diventata un vero e proprio patrimonio di Caloveto. Si valuti, ad esempio – dice - la costituzione di un'opera sociale accanto a quella pastorale legata alla presenza delle suore. 

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