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EX TRIBUNALE, SI GIOCA SUL FATTORE “TEMPO”
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Eravamo consapevoli delle difficoltà che avremmo incontrato nel chiedere giustizia e verità circa i metodi e i criteri adottati dallo Stato sulla chiusura del tribunale di Rossano. Non rimaniamo stupiti di nulla sui silenzi trasversalmente imperanti che attraversano tutti i poteri dello Stato, ivi incluso l'informazione pubblica. La strategia era ed è quella di far perdere traccia, con il tempo, di ogni cenno storico di quanto accadde nel periodo 2011/2012. L'obiettivo da un lato è rimuovere segni della memoria riconducibili al passato, dall' altro far cadere in prescrizione ogni eventuale reato commesso nel caso fosse mai stata avviata una minima attività d'indagine circa i motivi oscuri dell’avvenuta soppressione, ai cui esiti favorevoli, francamente, crediamo davvero poco.  Il GaV da tempo denuncia l'inverosimile e deviato percorso posto in essere in una singola notte quando si decise arbitrariamente di sopprimere il tribunale di Rossano e non altri con meno requisiti. Un pezzo di storia repubblicana che ha messo severamente in discussione la credibilità e l’affidabilità dello Stato e delle istituzioni tutte.  Ancora oggi profonda è l'amarezza per il senso di ingiustizia diffuso nelle comunità per una vicenda che non ha mai avuto risposte.  Le uniche rinvenute anche in sedi istituzionali: "Per riaprire il tribunale di Rossano occorre una nuova legge". Affermazioni tanto inutili quanto sciocche, decisamente distanti e lontane dalla ragione per cui è nato il GaV che si batte per l'affermazione dei principi di legalità e contro la corruzione di Stato. Ed è per queste ragioni che il GaV non rimane affascinato dai propugnatori di nuove riforme che tendono a buttare fumo negli occhi nel tentativo di sedare la profonda sete di verità tuttora imperante.  Sia chiaro: la finalità del GaV è quella di fare piena luce sul “caso Rossano”, affinché si possa definitivamente cogliere il pretesto per avviare una vera e seria  bonifica morale   interna alle istituzioni.
 Si è sordi anche di fronte alle dichiarazioni rese negli ultimi giorni dal procuratore capo del tribunale accorpante di Castrovillari Eugenio Facciolla che ha sottolineato le difficoltà dell'ufficio nel poter far fronte all'eccessivo carico di lavoro degli inquirenti, tra indagini da espletare e processi da seguire. Nessuno ha posto attenzione alle giuste e legittime rimostranze del procuratore Facciolla che chiede aiuto allo Stato. Non lamentiamoci poi, se la giustizia non funziona! Altro che riforma epocale.  Sugli effetti disastrosi della riorganizzazione del sistema giudiziario, d’altronde, il GaV si è soffermato a più riprese, presentando tra l’altro specifici dossier al Consiglio superiore della Magistratura, al Capo dello Stato, al Presidente della Repubblica, al Governo.  In particolare sono state sollevate questioni riguardanti i disagi derivanti la mobilità pubblica, i ritardi dei procedimenti giudiziali nel civile, nella sezione lavoro, e la disinvolta gestione delle esecuzioni fallimentari. Una sequela di inefficienze, insomma, che sono in netta controtendenza allo spirito della riforma, fallita in tutto. Il GaV andrà avanti fino in fondo, senza sosta. E’ in cantiere, dopo la pausa estiva, l’organizzazione di un convegno alla presenza di cariche istituzionali al fine di tenere alta l’attenzione e denunciare ulteriori  omissioni e silenzi sul “caso Rossano”.  E’ in atto la solita desueta strategia del fattore “tempo”, così da far cancellare quanto di sporco si cela dietro la chiusura del prestigioso ex Palazzo di Giustizia.  Il GaV confida negli impegni assunti dall’europarlamentare Lorenzo Cesa,  che ha presentato al Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, all’Alto Rappresentante Federica Mogherini e al Commissario per la Giustizia Věra Jourovà un corposo dossier sulle numerose criticità nate a seguito dell’accorpamento dell’ex tribunale di Rossano al foro di Castrovillari e sulle diverse emergenze per le quali il territorio della Sibaritide e dell’Area urbana Corigliano-Rossano necessitano della presenza di un Presidio di Giustizia efficiente; dal sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli che ha dato mandato a un’ispezione ministeriale; e dall’azione di impulso e di costante denuncia del Sen. Enrico Buemi. 

 

 

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