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“Differenze” per dire no alla violenza sulle donne
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Progetto UISP presentato a Cassano Jonio

Cassano Ionio (Cosenza) . Parte dalla Calabria, nel cosentino, precisamente da Cassano Ionio e dal comitato UISP di Castrovillari, “Differenze” - Laboratori sperimentali di educazione di genere nelle scuole medie superiori per contrastare la violenza sulle donne. 700 giovani delle scuole superiori saranno protagonisti, in 14 città per raccontare la parità e l'equità di genere con il loro linguaggio. Il progetto promosso dall’Uisp - Unione Italiana Sport Per tutti, in partnership con la Rete nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re, è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali  con l’obiettivo di contribuire a sensibilizzarli sul tema per renderli consapevoli e per contrastare la violenza maschile sulle donne, ma anche i crescenti episodi di cyberbullismo e omo-lesbo-bi-transfobia, a partire da un ripensamento delle relazioni tra pari. Le ragazze e i ragazzi delle 14 città coinvolte daranno vita a una campagna basata sui loro codici espressivi, realizzando video, foto, fumetti, grafiche, che verrà diffusa attraverso canali social dedicati. Una sorta di cantiere di formazione e crescita per contrastare la violenza di genere, stereotipi e pregiudizi sessisti. Il progetto “Differenze”, è stato presentato  presso l’Aula Magna dell’IISS “ Erodoto di Thurii” di Cassano all’Ionio dal  Presidente Comitato territoriale UISP Castrovillari, Ilaria Oliva e si baserà su 14 laboratori sperimentali condotti da psicologi, per Castrovillari sarà affidato al CAV “Roberta Lanzino” di Cosenza, con avvocati, operatori sportivi e giornalisti. Si partirà con  un questionario iniziale e finale che sarà somministrato alla classe di controllo. Il progetto “Differenze” che ha preso il via a marzo 2021 entra dunque nel vivo con i percorsi formativi, informativi e con i laboratori sportivi e corporei inseriti nel Piano triennale dell’offerta formativa delle scuole. “E’ importante insegnare agli studenti che la differenza non deve essere vista come minaccia ma piuttosto come una risorsa. Questo ha sottolineato la D.S. Anna Liporace,  per poi capire che l’altro deve essere rispettato”. I dati ci raccontano che nel 2020 sono state accolte nei centri antiviolenza circa 20.000 donne. Nella maggior parte dei casi, si trattava di violenze perpetrate dai partner. In piena pandemia, il numero delle persone che si sono rivolte ai centri antiviolenza è esponenzialmente aumentato, con quasi l’80% in più. Sono inoltre aumentate le richieste di aiuto da parte dei giovani fino ai 24 anni. Dati che segnalano l’urgenza di un problema ancora vivo nella nostra società. “Purtroppo la cronaca ce lo ricorda ogni giorno che sono decisamente aumentati i femminicidi.“Si parlava di un femminicidio  ogni tre giorni, oggi la cronaca ci racconta che è quotidiano e sappiamo che questo aumenta proprio nel momento in cui la donna cerca di riscattarsi rispetto ad un progetto di libertà ed è proprio lì che avviane l’estrema condizione che è la morte” così  Erika Gallo, psicoterapeuta CAV Roberta Lanzino”. Il parlamento ha approvato il 17 luglio 2019  il Codice rosso, la legge contro la violenza sulle donne. Tempi più rapidi per il processo, pene più dure e soprattutto introduzione di nuovi reati. “ Il “codice rosso”, ha sottolineato l’avv Michele Diodati, penalista del Foro di Castrovillari, interviene proprio difronte ad una situazione di urgenza, si traduce in un immediato coinvolgimento, tanto della P.G. che del Pubblico Ministero che, in presenza di un reato di questo tipo, sono tenuti in tre giorni a convocare la persona offesa e ad adottare tutti quei provvedimenti che evitano che quella determinata situazione possa finire in dramma”.  Papa Francesco in un passaggio di “Christus Vivit” riflette: “Una Chiesa eccessivamente timorosa e strutturata può essere costantemente critica nei confronti di tutti i discorsi sulla difesa dei diritti delle donne ed evidenziare costantemente i rischi e i possibili errori di tali rivendicazioni. Viceversa, una Chiesa viva può reagire prestando attenzione alle legittime rivendicazioni delle donne che chiedono maggiore giustizia e uguaglianza. “Tutti dovremmo chiedere perdono alla donna in quanto tale, sia per motivi storici che per ragioni culturali, ha sottolineato S.E. Mons. Francesco Savino, Vescovo della diocesi di Cassano Ionio.  Anche la Chiesa ha in certe situazioni da farsi perdonare. Per cui mi permetto di dire mai più da parte di nessuno, violenza sulla donna, mai più violenza sull’essere umano che sia bambino che sia donna, che sia maschio. La violenza è la forma peggiore del nostro vivere la vita e soprattutto del nostro vivere le relazioni con gli altri  e in questo caso con le donne.  La donna è diventata in qualche modo un capro espiatorio su cui spesso si scaricano tutte le nostre nevrosi, tutte le nostre contraddizioni socio culturali. Cosa può fare la Chiesa? La Chiesa è Madre e Maestra  per cui la chiesa attiva sempre processi di accompagnamento educativo. Per cui la chiesa deve soprattutto educare a riscoprire e recuperare il progetto di Dio. Che parte dal libro della Genesi.  I tanti femminicidi sono la testimonianza che l’uomo pensa che la donna sia “roba” sua”, sia un suo possesso e quando perde il possesso si scatena la parte peggiore del suo istinto. Per cui invito i miei confratelli maschi a rispettare la donna, ad accettare il limite della relazione affettiva convertendosi ad una relazione bella e positiva”. Hanno relazionato, all’incontro moderato dalla giornalista, Anna Rita Cardamone,  tra gli altri Graziella Ciappetta, (Referente progetto Differenze), Chiara Gravina, avvocata e delegata CAV Roberta Lanzino.  Hanno portato i  saluti Lino Notaristefano, Presidente Consiglio Comunale Cassano All'Ionio, Annamaria Bianchi, Ass. Cultura Comune Cassano All'Ionio e il sindaco della Città delle Terme Gianni Papasso.

 

 

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