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Truffa all'ospedale dell'Annunziata, chiesta anche l'interdizione dei dirigenti
21/12/2020 |
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05/11/2025
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, ...
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05/11/2025
Nell’ambito di una serie di attività di controllo in ...
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04/11/2025
Per i piccoli comuni, e per quelli di minoranza linguistica in ...
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04/11/2025
Ogni anno, in Piazza dei Caduti, la nostra comunità si ...
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30/09/2025
Lunedi 29 Settembre si è tenuto presso il Nuovo Cinema San ...
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13/09/2025
Nella giornata di ieri si sono concluse le operazioni ad alto impatto ...
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11/09/2025
Nella mattina dell’11 settembre 2025 i militari del Nucleo ...
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17/08/2025
Il Comunicato:
"Una nutrita rappresentanza dei cronisti ...
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(Ansa) Migliaia di ore fatturate, pagate, ma mai realmente eseguite. Ruota attorno a questo l'inchiesta 'Silence', su presunte irregolarità nell'esecuzione dell'appalto aggiudicato dalla Coopservice, per le pulizie e i servizi integrati nelle corsie dell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza. Con le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture, quattro persone della Coopservice con sede a Reggio Emilia, sono state arrestate e poste ai domiciliari. Si tratta di Gianluca Scorcelletti di 54 anni, Fabrizio Marchetti (47), Salvatore Pellegrino (53) e Massimiliano Cozza (48). Un danno all'Azienda ospedaliera stimato in tre milioni di euro, oggi sequestrati a M.F., indagata e dipendente dell'azienda. La Procura della Repubblica di Cosenza ha richiesto cinque misure interdittive per funzionari e dirigenti dell'Azienda ospedaliera di Cosenza su cui il gip si è riservato di decidere dopo i loro interrogatori fissati per il mese prossimo. "Un lavoro impegnativo - ha spiegato il procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo - per il quale abbiamo messo insieme le migliori intelligenze investigative, in modo da avere chiari i termini di una vicenda che non è di facile comprensione. Abbiamo fatto luce su un meccanismo che erode l'erario pubblico e rende un pessimo servizio alla collettività". I reparti erano sporchi, i primari segnalavano i disagi e i lavoratori non avevano neanche i dispositivi di protezione adeguati. "In sintesi - ha aggiunto Spagnuolo - qualcuno della società si alzava e proponeva di fatturare una cifra all'Azienda ospedaliera e qualcun altro ci metteva una firma sopra, senza alcun controllo". Inoltre, gli stessi operatori che facevano le pulizie in un reparto, si ritrovavano a fare assistenza ai malati in un altro reparto. E poi il software per il conteggio delle ore dei lavoratori, commissionato e mai entrato in funzione: "Ore ed ore di lavoro di pulizia che non restituivano però l'igiene che un reparto ospedaliera deve garantire, ma anche - ha detto Spagnuolo - connivenze e ruberie. Al centro il management pubblico e la società che gestisce il servizio di pulizie e altri servizi all'interno dell'ospedale. Un conteggio matematico eseguito incrociando i dati delle banche dati Inps, dell'Ispettorato del lavoro, ha consentito di scoprire anche come una parte di forza lavoro non era alle dipendenze della società. Ulteriore elemento è legato al fatto che non era integrata la forza lavoro in nero. A pagare maggiormente questa situazione sono stati i medici e soprattutto utenti e pazienti della struttura ospedaliera".
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