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Riceviamo e pubblichiamo:

Oggi la commissione sanitaria regionale si è riunita a Reggio Calabria per discutere in merito alla situazione del S. Anna Hospital di Catanzaro.

La riunione doveva essere decisiva per la sorte dei 300 dipendenti della struttura e per la salute dei 150 pazienti ancora in lista di attesa per un intervento cardiovascolare al S. Anna Hospital di Catanzaro.

Ma così non è stato, l'assenza del Dott. Longo, neo Commissario ad ACTA alla sanità calabrese, e della Dott.ssa Latella Commissaria dell'ASP di Catanzaro hanno reso completamente sterile la discussione, portando l'ennesimo “nulla di fatto”.

Come USB troviamo il comportamento dei Commissari assolutamente fuori luogo e privo di qualsiasi rispetto umano nei confronti tanto dei lavoratori quando dei malati che ancora da loro aspettano risposte.

Evidentemente né il Dott. Longo né la Dott.ssa Latella hanno a cuore la sorte dei malati di questa regione, evidentemente a nessuno dei due importa se si perdono 300 posti di lavoro nel territorio con il più alto tasso di disoccupazione d'Europa.

La loro assenza è vista come uno schiaffo in faccia alle famiglie dei lavoratori e quelle dei malati, schiaffo dettato dall'arroganza di chi ha un mandato chiaro dal governo centrale: tagliare il più possibile e se qualcuno muore o si perdono posti di lavoro pazienza.

Sia i lavoratori del S. Anna Hospital che la USB hanno chiesto a più riprese di avere degli incontri con i Commissari, richieste che nonostante la chiara urgenza sono stati più volte rifiatate senza addurre nessuna motivazione specifica.

Ma è chiaro che la responsabilità politica di quanto sta avvenendo non è imputabile ai semplici commissari, ma va ricercata anche nella sede del governo centrale che ha voluto queste nomine.

È anche responsabilità del Ministro Speranza, della Ministra Lamorgese, del Ministro Gualtieri e del Presidente del Consiglio Conte se i Commissari da loro nominati non si degnano di incontrare i lavoratori e se chi si deve occupare della sanità in regione sbatte la porta in faccia a 150 malati.

Esistono strade percorribili per evitare quella che si sta profilando come una catastrofe umana e sociale, strade che questa organizzazione sindacale ha indicato, mandando comunicazione ufficiali al prefetto, al governo centrale e ai commissari, ma anche in questo caso il silenzio è stato assordante.

Strade percorse, in passato, già in altre regioni d'Italia con molta più reattività è tempismo: evidentemente la vita di un calabrese vale meno della vita di un lombardo o di un laziale.

Le richieste sono semplici: avviare un commissariamento del S. Anna Hospital che, in una prima fase, permetta alla struttura di operare in tranquillità e di salvare vite umane per, poi, arrivare ad un assorbimento della stessa all'interno ASP di Catanzaro.

Questa semplice formula permetterebbe nell'immediato di salvare i pazienti che aspettano le cure che in questo momento in regione non vengono erogate, visto il blocco dei ricoveri programmati in tutti gli ospedali pubblici regionali, e permetterebbe, alla lunga, anche di razionalizzare la spesa togliendo la parte del profitto insito in ogni struttura privata.

Il Sant'Anna Hospital di Catanzaro è un’eccellenza grazie ai professionisti che ci lavorano, non grazie ai suoi proprietari o al suo management! Parliamo di una proprietà che otteneva ogni anno almeno 5 milioni di profitto netto, nonostante non fosse per lungo tempo in regola con i requisiti dell’accreditamento. Fra questi soldi ci sono anche i milioni strappati tramite la “terapia intensiva coronarica fantasma”.

Ma se in passato ci sono stati illeciti sarà l'autorità giudiziaria a stabilirlo. In qualsiasi caso con questa formula si eviterà ai lavoratori di pagare colpe non loro.

Nulla di stratosferico, ma dei semplici passi di buon senso che tutelano e rispettano tutti, ma evidentemente né i commissari né il governo centrale amano questo tipo di ragionamenti.

Per questo motivo, dopo l'ennesima porta in faccia di oggi, non rimane altro che intensificare la lotta, coinvolgere tutta la regione. Che siano i calabresi tutti a rivendicare con forza la sopravvivenza della struttura che ad oggi compie più del 50% degli interventi cardiaci in regione.

Il problema del S. Anna Hospital è un problema di “TUTTI”, facciamolo diventare un problema per i Commissari e per il Governo!

 

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