Iniziativa a Cosenza di alcuni dipendenti della struttura
(Ansa) Non accettano il licenziamento tre dipendenti della Casa di cura San Bartolo-Misasi, di proprietà del gruppo Igreco che questa mattina sono saliti sul tetto della clinica in piazza Crispi a Cosenza. Secondo quanto si apprende, i tre uomini hanno con loro anche delle taniche di benzina con la quale sono pronti a cospargersi. Al gesto si è arrivati dopo l'arrivo delle lettere di licenziamento e il mancato accoglimento da parte della proprietà delle richieste dei sindacati a conclusione della trattativa avviata che riguarda 51 dipendenti. "Questa struttura, privata e convenzionata, da anni - ha dichiarato Ferdinando Gentile USB Cosenza - riceve milioni di euro dalle casse dello Stato ed ora, in piena crisi sociale, decide arbitrariamente di lasciare a casa 51 lavoratori. Una situazione inaccettabile che mina la stabilità economica di decine di famiglie e acuisce gravemente la crisi sociale che si vive a Cosenza. Da questa mattina i lavoratori e lavoratrici si trovano sul tetto della struttura in segno di protesta e ci rimarremo ad oltranza, fin quando non sarà convocato un tavolo di confronto dalla Regione Calabria alla presenza della San Bartolo srl, dell'Asp di Cosenza e delle organizzazioni sindacali. Il presidente Occhiuto prenda contezza della gravità della situazione e intervenga al più presto". Sul tetto della clinica è anche stato esposto uno striscione con scritto "Morrone=Igreco cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa".
AGGIORNAMENTO DELLE 22:13
Sono stati sgombrati dalle forze dell'ordine i lavoratori della casa di cura "Misasi" di Cosenza che da questa mattina si trovavano sul tetto della clinica in segno di protesta contro i licenziamenti decisi dalla proprietà della struttura. Si é appreso, intanto, che il presidente della Terza commissione Sanità del Consiglio regionale, Michele Comito, ha assicurato che entro 48 ore sarà convocata una riunione dell'organismo per affrontare la questione sollevata dai promotori della protesta, impegnandosi a mettere in campo azioni risolutive che tutelino i lavoratori della casa di cura "Misasi".
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