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Reggina esclusa dal campionato di serie B
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Il verdetto tanto atteso è arrivato e per la Reggina è amarissimo. Il club calabrese è stato escluso dalla serie B dopo che la domanda di iscrizione non è stata approvata dalla Covisoc. La decisione è definitiva è arrivata nel primo pomeriggio. A differenza di quanto ipotizzato alla vigilia, alla base della bocciatura non ci sarebbe soltanto la mancanza del pagamento degli ormai famosi 780 mila euro di tasse per lo stralcio del debito nei confronti dello Stato, ma anche diverse altre irregolarità rispetto ad altri documenti ed emolumenti che erano imprescindibili ed obbligatori per l’iscrizione in base alle norme federali. Si temeva il peggio alla vigilia visto che il caso dei calabresi era ben diverso dal Lecco perchè investe l’elemento dell’«equilibrio economico-finanziario». La filosofia dei controlli è quella di impedire che a campionato in corso) una società fallisca. La società non ha tenuto conto delle scadenze federali, prendendo in considerazione le prescrizioni del Tribunale Fallimentare. Che le consentono di pagare entro il 12 luglio i debiti con l’Erario e entro il 12 ottobre «gli incentivi all’esodo». Il consiglio federale, lo scorso 19 aprile, ha cambiato le norme per rafforzare la «specificità dell’ordinamento sportivo rispetto a quello statale». E quell’«entro» ha suonato come una condanna per la Reggina. Adesso il posto della Reggina se anche il Consiglio federale dovesse decretare l'esclusione verrebbe preso dal Brescia.

LECCO IN B Il Lecco invece ha ricevuto semaforo verde per la B dalla Covisoc. Il fascicolo Lecco riguardava il ritardo della documentazione per l’utilizzo dello stadio Euganeo di Padova, la «casa» scelta per ovviare al fatto che l’impianto di Lecco non ha per ora i requisiti. La questione riguarda l’invio della famosa firma del prefetto di Padova, una sorta di benestare all’utilizzo dello stadio, spedita in ritardo di qualche ora (le sette di sera del giorno dopo) con alcuni documenti integrativi. L’alibi difensivo numero uno è chiaro: se nel Manuale delle Licenze Nazionali, i termini sono da considerare «perentori», non può sfuggire il fatto che dal momento in cui fu fissato il famoso 20 giugno è cambiata una cosa fondamentale: la data dell’ultima partita dei playoff. Il 27 aprile, infatti, per cautelarsi di fronte al caso Siena, poi escluso dal torneo promozione, la Lega Pro ha spostato dall’11 al 18 giugno la gara di ritorno. Si è passati dunque da uno spazio di 9 giorni per predisporre una documentazione ad uno di appena 48 ore. La stessa Lega di B con il suo presidente Mauro Balata ha ammesso l’esistenza del problema. Pare che la Lega B abbia scaricato ogni responsabilità alla Lega Pro. Ma quello che conta adesso è che il Lecco dopo 50 anni potrà giocare in Serie B.

Fonte Itasportpress

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