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Eugenio Raúl Zaffaroni in Calabria: riflessioni critiche sul senso della pena in una lectio magistralis d’eccezione
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Mercoledì 21 maggio 2025, alle ore 18:30, il salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi a Cosenza ospiterà una lectio magistralis di eccezionale levatura tenuta dal Prof. Eugenio Raúl Zaffaroni, giurista di fama mondiale, dal titolo «La pena ha senso?». L’evento si inserisce in un contesto di particolare attualità, data la recente attenzione mediatica internazionale sul pensiero del professore argentino.

Raúl Zaffaroni, professore emerito di diritto penale e criminologia nell’Università di Buenos Aires, già Ministro della Corte suprema argentina e Giudice della Corte interamericana dei diritti umani, è una delle figure più influenti nel panorama penalistico globale. Insignito di oltre 50 lauree honoris causa da università di 15 diversi Paesi, ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi quali il Premio Jescheck dell’Asociación internacional de derecho penal, il titolo di Grande ufficiale dell’Ordine della Stella della solidarietà italiana, la Gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica federale tedesca e il titolo di Gran maestro dell’Ordine internazionale di criminologia del Ministero della giustizia francese.

La sua lectio magistralis affronterà il tema cruciale del significato e della razionalità della pena, un argomento centrale nel suo pensiero critico. Come Zaffaroni stesso ha chiarito in recenti interviste, pur non definendosi un abolizionista, egli sostiene che il modello punitivo non rappresenta un’autentica soluzione ai conflitti e presenta sempre un margine di irrazionalità. Secondo il professore, il potere punitivo è un factum politico, un esercizio di potere che, se non limitato e controllato razionalmente dal diritto e dai giudici, tende a espandersi illimitatamente, diventando selettivo e colpendo i più vulnerabili. Per Zaffaroni, il compito della dogmatica penale e dei penalisti è quello di “contenere” questo potere, agendo come una “croce rossa del momento politico” per prevenire derive totalitarie. Egli sottolinea come il potere punitivo sia estremamente multifunzionale, capace di influenzare svariati aspetti della vita sociale, economica e politica, e che la sua pericolosità, se non arginata, tracima e spazza via tutto.

L’intervento del Prof. Zaffaroni assume un significato particolare alla luce dei recenti dibattiti in Argentina, dove le sue posizioni garantiste sono state oggetto di critica da parte del Presidente Javier Milei, che lo ha indicato come uno dei massimi «inoculatori del virus dell’antipunitivismo». Tali dichiarazioni si inseriscono in un contesto di annunciate riforme volte a un generale inasprimento sanzionatorio e all’abbassamento della soglia di imputabilità per i minori. L’Associazione argentina dei professori di diritto penale ha reagito compattamente, ribadendo che in uno Stato di diritto il garantismo non è un’opzione, ma un obbligo costituzionale, e manifestando solidarietà ai giuristi attaccati per la difesa dei valori fondamentali.

Il pensiero critico di Zaffaroni trova ulteriore espressione nel recente libro pubblicato in Italia, «Una storia criminale del mondo. Colonialismo e diritti umani dal 1492 a oggi» (Laterza, 2025). In quest’opera, Zaffaroni contesta la visione tradizionale ed eurocentrica dei diritti umani, proponendo una “storia lunga” che inizia con il colonialismo nel 1492, descritto come un sistema intrinsecamente criminale basato su massacri e deumanizzazione. Il libro denuncia come il colonialismo, in varie forme, sia legato a patriarcato, razzismo e classismo, e sostiene che riconoscere questa storia occultata di crimini è cruciale per ridare credibilità ai diritti umani, oggi in crisi, e trasformarli in strumenti di emancipazione per i popoli, un’urgenza evidenziata anche dai recenti conflitti globali.

Questa visione critica del potere e delle sue derive punitive, che emerge con forza anche dal suo ultimo saggio, trova una significativa consonanza e ha visto un’influenza sul magistero di Papa Francesco. Zaffaroni, che condivideva con Bergoglio radici argentine e una lunga e personale conoscenza, ha visto in Francesco – da lui definito «il più grande leader della resistenza culturale» – una figura chiave nel denunciare l’irrazionalità punitiva e il «punitivismo populista», invitando a una giustizia più umana e alla difesa dei più vulnerabili, temi centrali nel pensiero del giurista.

L’evento cosentino, testimonianza dei solidi e fruttuosi rapporti con il Prof. Zaffaroni, è il frutto di un’organizzazione che vede l'Accademia Cosentina e la Città di Cosenza insieme all'Università della Calabria, attraverso il suo Istituto di studi penalistici “Alimena” – del quale il Prof. Zaffaroni è socio emerito – il Dipartimento di Culture, Educazione e Società, il Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche, e il Dottorato di ricerca in “Teoria e prassi del diritto”. A suggello di questo legame e della proficua collaborazione tra tutte le istituzioni promotrici, nell’occasione della lectio magistralis, si svolgerà la cerimonia di consegna al Prof. Zaffaroni della pergamena di Socio onorario dell’Accademia Cosentina e del Sigillo d’oro della Città di Cosenza.

Interverranno all’evento l’Avv. Franz Caruso, Sindaco di Cosenza; il Prof. Antonio D’Elia, Presidente dell’Accademia Cosentina; il Prof. Francesco Scarcello, Prorettore dell’Università della Calabria; il Prof. Mario Caterini, Direttore dell’Istituto di studi penalistici “Alimena” dell’Unical.

La lectio magistralis del Prof. Zaffaroni rappresenta un’importante occasione di riflessione critica sul diritto penale e sul ruolo della pena nelle società contemporanee, arricchita dalla statura intellettuale del relatore e dalla profonda risonanza delle sue idee nel dibattito attuale.

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