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Castrovillari: Grande successo per la sfilata-evento “Filo dopo Filo” a cura dell’Ass. Jole Santelli
10/06/2025
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La casa circondariale “Rosetta Sisca” protagonista dell’arte e della moda con Claudio Greco e Michele Affidato

La volontà di imparare, il desiderio di riscatto e di una speranza di futuro al di là delle sbarre sono stati gli ingredienti fondamentali che hanno portato al successo il percorso formativo “Filo dopo filo: Cucire il futuro”, un vero e proprio laboratorio sartoriale curato dal fashion designer Claudio Greco e fortemente voluto dall’Associazione Jole Santelli in collaborazione  con il Direttore dalla casa circondariale “Rosetta Sisca” di Castrovillari, Giuseppe Carrà.

Il percorso, che ha visto impegnate ben venticinque detenute, è volto al termine con la sfilata tenutasi nel Teatro Vittoria della casa circondariale il 9 giugno, un evento condotto da Francesca Russo, nota conduttrice televisiva, sotto l’attenta regia di Claudio Greco.

<< La sfilata di oggi non è solo la chiusura di un progetto – dichiara Paola Santelli – ma rappresenta un’apertura verso nuove possibilità…la dignità passa dal lavoro, dal sentirsi capaci, utili, riconosciute>>.

Le capacità delle detenute, ma soprattutto il loro impegno, si è manifestato nel grande lavoro prodotto.  

L’ evento ha visto protagoniste tre sfilate, ognuna delle quali ha avuto un gruppo di modelle, professioniste e detenute, che hanno portato sul palco un segno di uguaglianza, determinazione e voglia di riscatto.  Dalla capsule della collezione autunno/inverno 2025-2026 presentata da Claudio Greco alla Fashion Week di Milano, ad una selezione di gioielli del maestro orafo Michele Affidato, fino ad arrivare alle tanto attese creazioni del laboratorio sartoriale.  

Una sfilata di colori, fiori e stampe anni ’80 hanno caratterizzato gli abiti realizzati, anche in questo caso simbolo di voglia di vivere, perché oltre il percorso penitenziario c’è molto di più.

<< E’ la celebrazione di un cammino, un palco dove sfilano non solo abiti eleganti ma storie, fragilità trasformate in forza, mani che cucendo hanno ritessuto parti della propria vita . Ogni creazione è simbolo di una seconda possibilità che prende forma e si mostra con fierezza>> ha aggiunge Paola Santelli.

Ospiti dell’evento l’On.le Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, e l’On.le Gianluca Gallo, Assessore all’agricoltura della Regione Calabria. Entrambi, con forte commozione, hanno sottolineato quanto l’attività svolta con questo percorso incarni notevolmente lo spirito e quell’umana praticità di Jole Santelli, sicuramente fiera delle sorelle Paola e Roberta, facendola così sentire ancora presente tra noi. In particolare modo, l’On.le Ferro ha esortato le detenute a sfruttare a riprendere in mano la propria vita, perchè preziosa e propria, mettendo da parte il passato e gli errori commessi, perché tutti commettiamo degli errori, ma dobbiamo avere la forza di rialzarci e prendere in mano il nostro futuro. L’Assessore Gallo ha poi aggiunto che la  Calabria deve investire anche sui beni immateriali per il reintegro nella società di tutti coloro che ne hanno bisogno.

<< I mesi passati insieme alla detenute hanno per me un valore intenso, perché intenso e’ stato il loro impegno e la loro commovente “voglia di fare”, ringrazio  profondamente l’Associazione Santelli tutto lo staff della casa circondariale per la disponibilità dimostratami e per questa grande emozione>> dichiara Claudio Greco  

E sulla scia della standing-ovation per Claudio Greco, che ha infine fatto sfilare le modelle con una piccola sul palmo teso della mano, proprio per portare un messaggio di speranza che parte da una piccola fiamma, da un piccolo seme piantato con questo progetto, arrivano i ringraziamenti del Direttore della Casa Circondariale, Giuseppe Carra’.

<< Spesso sui detenuti c’è velo di pregiudizi, posso dire che sulle donne questo velo abbia un peso maggiore. Non tutte si trovano a scontare una pena perché hanno commesso un errore volontariamente, molte sono state costrette dall’ambiente familiare che le circondava, questo merita ancora più rispetto. Con questo progetto abbiamo voluto dar loro quel rispetto di sé stesse, quella forma di dignità che spesso solo il lavoro ti fa sentire, perché la detenzione deve essere prima di tutto “rieducazione” e “riabilitazione” per la propria vita>> dichiara Carra’.

 

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