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Gli studenti di Criminologia della SSML “Bona Sforza” visitano la Casa Circondariale “Sergio Cosmai”
11/12/2025 |
Attualitą
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11/12/2025
Quaranta studenti del Corso di Criminologia della Scuola Superiore ...
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Quaranta studenti del Corso di Criminologia della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici “Bona Sforza” di Bari hanno partecipato a un’intensa esperienza formativa presso la Casa Circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza, prendendo parte a un’iniziativa di alto valore educativo organizzata e coordinata dal criminologo Sergio Caruso. Nel corso della giornata hanno avuto modo di confrontarsi direttamente con la realtà penitenziaria, lontana dalle rappresentazioni semplificate o distorte diffuse nell’immaginario comune. L’attività ha rappresentato la naturale conclusione dei Corsi di Criminologia Generale e Applicata, tenuti dal prof. Caruso, trasformando la teoria affrontata in aula in un’occasione di osservazione concreta. Gli studenti hanno approfondito le dinamiche che caratterizzano l’istituzione penitenziaria, le sue funzioni rieducative e le sfide legate alla tutela della dignità delle persone detenute, al mantenimento dell’ordine interno e alla sicurezza collettiva. Durante la visita, la Polizia Penitenziaria ha accompagnato e formato i partecipanti, illustrando in modo chiaro il ruolo del Corpo, le principali procedure operative e l’organizzazione del lavoro all’interno dell’istituto. È stato evidenziato quanto la quotidianità del carcere richieda professionalità, equilibrio e capacità di gestione delle relazioni umane in un contesto particolarmente delicato. «È stata un’esperienza importante e altamente formativa – ha dichiarato il prof. Caruso – perché ha permesso agli studenti di vedere con i propri occhi la realtà penitenziaria, scoprendo un ambiente molto diverso da quello che spesso appare nelle serie televisive o nei film. Una vera lezione sul campo, ricca di risvolti teorici e pratici, in cui i contenuti affrontati in aula hanno trovato un riscontro concreto nel confronto diretto con operatori e strutture. Ritengo fondamentale - ha aggiunto il criminologo - valorizzare la conoscenza e l’esperienza diretta. Solo entrando in contatto con luoghi, persone e dinamiche reali del sistema penitenziario è possibile superare pregiudizi e stereotipi e sviluppare una visione più equilibrata della funzione rieducativa della pena e del ruolo delle istituzioni. Per chi si prepara - conclude - a operare nell’ambito della criminologia e della giustizia, attività come questa rappresentano un passaggio decisivo nel proprio percorso di crescita personale e professionale». Al termine dell’iniziativa, il prof. Caruso ha espresso un sentito ringraziamento alla direttrice della Casa Circondariale della città Bruzia, dott.ssa Roberta Filomena Toscano, al Comandante del Reparto, dott. Agostino Sestino, e alla Capo Area, dott.ssa Mariafrancesca Branca e alla Direttrice dell’Università Bona Sforza, prof Cristina Bonaglia, per la disponibilità, la sensibilità istituzionale e l’attenzione riservata al progetto formativo. Ha poi voluto esprimere la propria gratitudine anche al personale della Polizia Penitenziaria e ai funzionari giuridico-pedagogici che hanno contribuito in modo decisivo alla riuscita dell’esperienza. Alle sue parole e ai suoi ringraziamenti si sono aggiunti gli interventi degli studenti e dei docenti, insieme all’apprezzamento dell’intera comunità accademica della SSML “Bona Sforza” di Bari. «L’esperienza, davvero significativa, resterà - hanno commentato - nella memoria degli studenti del Corso di Criminologia che, grazie all’impegno e alla determinazione del prof. Caruso, hanno potuto visitare il Carcere di Cosenza. L’iniziativa rappresenta inoltre un segnale concreto dell’interesse della comunità esterna e dei giovani laureandi verso un ambito professionale in cui molti di loro potranno spendere in futuro le competenze maturate durante il percorso di studi». Questa iniziativa rappresenta una forma concreta di didattica che non si limita all’aula, ma si apre al territorio e alle istituzioni, offrendo agli studenti reali occasioni di confronto con i contesti in cui potranno operare professionalmente. Conferma inoltre il valore di una collaborazione strutturata tra il mondo della formazione e la realtà penitenziaria, capace di creare percorsi di crescita autentici in cui l’esperienza diretta non è un semplice complemento, ma un elemento centrale di una formazione moderna, consapevole.
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