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CELICO E SCALA COELI SOLUZIONI PER TAMPONARE L'EMERGENZA RIFIUTI IN CALABRIA ?
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“La notizia secondo cui l’assessore regionale all’ambiente Francesco Pugliano avrebbe indicato nei siti privati di Celico e Scala Coeli le uniche soluzioni possibili per tamponare l’emergenza rifiuti in Calabria scaricando in questi siti circa 1200 tonnellate di rifiuti, è aberrante, assurda, assolutamente irricevibile”. E’ quanto sostiene, in una nota, il Segretario regionale di Italia dei Valori, Mario Caligiuri, che invita i sindaci e gli amministratori dei comuni presilani, i rappresentanti del Parco Nazionale della Sila, il presidente, la giunta e il consiglio provinciale di Cosenza, le associazioni ambientali, gli operatori turistici e le popolazioni interessate a mobilitarsi e ad opporsi attivamente a quello che si configurerebbe, senza esagerazioni, come un vero e proprio “scempio” ambientale e naturalistico, che scandalizzerebbe il mondo intero. “Si tratterebbe –aggiunge Caligiuri- di una vera e propria “bomba ecologica” collocata nel più grande polmone verde del Mediterraneo, posto a 700 metri sul livello del mare, tra castagneti secolari, alle porte del Parco Nazionale della Sila, su falde acquifere e prospiciente al fiume Cannavino. Questa volta non consentiremo a nessuno di decidere sulle nostre teste e sulla nostra pelle. Per questo motivo ci rivolgiamo accoratamente al Prefetto di Cosenza invitandolo a respingere con nettezza qualsiasi ipotesi che possa contemplare il centro di compostaggio di Celico come sito in cui scaricare i rifiuti provenienti da ogni parte del territorio calabrese”. “Per troppo tempo –conclude Caligiuri- abbiamo sopportato con pazienza gli odori acri e nauseabondi provenienti dalla discarica di Celico e ci siamo accontentati, senza l’ausilio di nessun dato scientifico ufficiale, delle assicurazioni verbali degli amministratori di turno sulla totale inincidenza degli effetti di tale presenza sulla salute dei cittadini. Ora è giunto il momento di dire basta a questo stato di cose, pretendendo non solo che Celico non si trasformi in una nuova Pianopoli, ma che l’intero territorio su cui ricade il sito di compostaggio, con l’ausilio di Asp, Arpacal e Unical, venga immediatamente sottoposto ad un costante ed approfondito monitoraggio della qualità dell’aria, del sottosuolo e delle falde acquifere sotterranee, per stabilire con certezza scientifica la presenza o meno di eventuali sostanze chimiche e tossiche che potrebbero causare patologie oncologiche e leucemiche”. ( Foto dalla rete )
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