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''L'IMPEGNO DEI CATTOLICI''
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Questo il titolo dell’incontro che si è tenuto ieri sera presso il chiostro S. Chiara di Crotone

L’evento, è stato organizzato da “Apostolato della preghiera”, “Alleanza cattolica” e dalla sezione di Crotone “Unione Giuristi Cattolici Italiani”.

Dopo i saluti di Don Giovanni Barbara, parroco della chiesa di S. Chiara, a introdurre i lavori è stato Antonio D’Ettoris, presidente dell’“Apostolato della preghiera”. Poi la relazione di Giancarlo Cerrelli, già vicepresidente nazionale dell’“Unione Giuristi Cattolici Italiani”. Il tema centrale della serata, trattato dall’avvocato Giancarlo Cerrelli, ha riguardato gli aspetti del relativismo culturale che teorizza e difende il pluralismo etico in un clima di decadenza generale, a scapito della ragione e dei principi della legge morale naturale. Spesso si chiede ai cattolici di stare da parte, di rinunciare a contribuire alla vita politica dei propri Paesi, mentre invece hanno un ruolo fondamentale e un dovere civile perché seguono valori congruenti alla coscienza cristiana e animano l’ordine temporale, rispettandone la natura e la legittima autonomia. Dall’insegnamento del Concilio Vaticano II, si evince ancora che “i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla “politica”, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune”. «Oggi – ha affermato Cerrelli – molte persone che si dicono cattoliche non hanno contezza che non può esserci una dicotomia tra la fede e la vita quotidiana, assumendo posizioni non coerenti con la fede. Anche in politica sono in tanti quelli che si professano cattolici, ma poi votano o militano in partiti aventi un’ideologia intrinsecamente antitetica a quella cattolica, così come previsto dal Catechismo e dal Magistero della Chiesa». Riferendosi a quanto scritto dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, Giancarlo Cerrelli ha citato una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede nella quale, parlando dell’impegno politico dei cattolici, si legge che “nell’esistenza dei cattolici non possono esserci due vite parallele: da una parte, la vita cosiddetta spirituale, dall’altra la vita secolare. Vivere e agire politicamente in conformità alla propria coscienza, è l’espressione con cui i cristiani offrono il loro coerente apporto perché, attraverso la politica, si instauri un ordinamento sociale più giusto e coerente con la dignità della persona umana». Cerrelli ha anche fornito una chiave di lettura interpretativa per come un cattolico dovrebbe affrontare il voto alle prossime elezioni politiche del 4 marzo. Ha analizzato il comportamento dei partiti durante la scorsa legislatura e ha evidenziato che il PD, il Movimento 5 Stelle e altri partiti di sinistra, sono quelli che hanno votato a favore di leggi contrarie alla famiglia, alla vita e alla libertà di educazione. Partiti che tra l’altro hanno propiziato l’introduzione dell’ideologia gender nei programmi scolastici. Al contrario, tra i partiti che più hanno difeso i principi naturali, c’è stata la Lega che ha contrastato l’approvazione di leggi contrarie ai principi non negoziabili, promuovendo una legislazione che potesse valorizzare la famiglia, la famiglia e la libertà di educazione. «Pertanto il cattolico – ha concluso Cerrelli – deve usare l’intelligenza, come afferma la nota dottrinale sull’impegno dei cattolici in politica della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel discernere quali candidati e quali partiti possano maggiormente promuovere, una volta in Parlamento, quei principi essenziali fondati sulla legge morale naturale, e quindi validi per tutti gli uomini, per la costruzione di una società a misura d’uomo e secondo il piano di Dio».

 

 

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