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AL MORELLI IN SCENA 'UCCIDETE LE MADRI'
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Comunicato Stampa Comune di Cosenza- “L’idea di dedicare la mia arte, pittorica e teatrale, alla ricerca del senso del peccato capitale nella nostra epoca, è nata alla fine degli anni ’90. Il mio scopo era quello di indagare sul rapporto profondo tra esseri umani e tra esseri umani e Dio. E di farlo attraverso una testimonianza visibile, con una lungimiranza scaturita dall’attenta analisi degli eventi che sono accaduti in passato e che continuano ad accadere. Scagionare l’uomo - se possibile – in quanto uomo, fragile, da ogni colpa. Guardare con compassione alla sua fragilità, per poter avere un futuro meno colpevole di quello nel quale la mia generazione si trova costretta a lottare”. Così Camilla Cuparo sul suo lavoro sui peccati capitali che in “Uccidete le madri”, del quale è autrice e regista, si sofferma sulla superbia. Lo spettacolo – penultimo appuntamento della Stagione teatrale More, in scena al Morelli venerdì 11 aprile (ore 21.00) - prende spunto da un fatto realmente accaduto in un paesino in provincia di Reggio Calabria. Il figlio minore di un’umile, amata e rispettata famiglia del posto, Enzo, decide di ‘diventare capo’ di una banda e di mettersi contro uno dei capi mafia del paese. Nonostante l’avvertimento alla famiglia, il ragazzo non abbandona la sua idea di scalata al potere e viene così ucciso. La madre, Lina, accecata dal dolore ma anche facendosi vincere dalla superbia dopo un’ossessionante pressione, riuscirà a costringere il marito a vendicare l’offesa subita (o a farsi volontariamente ammazzare per tenere alto l’onore della famiglia?). Della vicenda resta l’epilogo. Tutto è già accaduto, si è già consumato. Tutti sono evocati dal racconto di Vito – l’attore Luigi Iacuzio - rimasto solo a raccontare in uno straziante monologo le conseguenze di un atto di superbia estrema, attraverso le parole, il corpo, lo sguardo, il suo dolore. L’innocente, il saggio Vito. Il coraggioso. Il figlio che decide di andare via… ma che si ritrova inseguito/investito dal sentimento della madre, Lina, che non è più solo vendetta.
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