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8 marzo: l'Amministrazione comunale e gli studenti delle scuole superiori incontrano le donne afgane
06/03/2022
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Un 8 marzo dalla parte delle donne afgane, per stimolare una riflessione sulla loro condizione, ascoltando direttamente dalla voce di alcune di loro, ospiti di un Centro di accoglienza a Cosenza, le testimonianze sulla condizione di donne private dei  diritti fondamentali e costrette a  lasciare il loro Paese perché perseguitate dai talebani. E saranno proprio le loro “Storie di donne” a dare il titolo all'iniziativa promossa, per martedì 8 marzo, alle ore 10,00, nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, dall'Amministrazione comunale, in occasione della giornata della donna. Un'iniziativa fortemente voluta dal Sindaco Franz Caruso e organizzata dalla consigliera comunale Antonietta Cozza, delegata del Sindaco alla Cultura, e dal consigliere comunale Aldo Trecroci, delegato del primo cittadino all'Istruzione. La giornata di riflessione vedrà, oltre alla partecipazione delle donne afgane, anche quella di una delegazione di studenti degli istituti scolastici superiori della città, non essendo stato possibile, per le restrizioni dovute alle misure anti covid, allargare la platea dei partecipanti. L'Amministrazione comunale e gli studenti delle scuole superiori incontreranno dunque 4 donne afgane : Basera Muzaffari, Hafiza Mohebi, Ferishta Sardary e Saleha Yaqubi. Si tratta di attiviste del “Jesuit Refugee Center” che lavoravano come docenti di inglese in alcune comunità rurali a nord di Kabul. Insegnavano, in particolare, a donne e ragazzi, e per questo motivo erano nella black list dei talebani. Sono state costrette a fuggire nello scorso agosto, evacuate dall'Aeronautica italiana su segnalazione della loro Ong e di Amnesty International.

La manifestazione di Palazzo dei Bruzi sarà introdotta dalla Professoressa Giovanna Vincelli, docente di Differenze e disuguaglianze di genere all'Università della Calabria. Porterà il suo contributo anche il Professor Abdullah Zakawat, docente  dell'Università Ibn Sina di Kabul, università laica che dedica particolare attenzione ai diritti umani, sia nelle attività di ricerca che negli insegnamenti. Ad agosto l'Università è stata chiusa e sono stati evacuati tutti i docenti. Le loro famiglie sono in Iran e Pakistan e sperano in un ricongiungimento in Europa perché sotto la diretta minaccia dei talebani.

Delle 4 ragazze afgane, ospitate nel centro di accoglienza di Cosenza, si stanno molto occupando l'Auser e l'Università della Calabria, impegnati ad assecondare in tutti i modi il loro desiderio di riprendere a studiare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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