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MONITORAGGIO RISORSE IDRICHE, CONTROLLI E SANZIONI NEL COSENTINO
19/08/2017 |
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09/11/2025
Primo quarto devastante (27-13) e difesa arcigna firmano il quinto ...
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08/11/2025
Si comunica quanto segue, nel rispetto dei diritti ...
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07/11/2025
Continua l’attività dell’ASP di Cosenza sul ...
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30/09/2025
Lunedi 29 Settembre si è tenuto presso il Nuovo Cinema San ...
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13/09/2025
Nella giornata di ieri si sono concluse le operazioni ad alto impatto ...
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11/09/2025
Nella mattina dell’11 settembre 2025 i militari del Nucleo ...
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Le temperature massime in aumento, il calo vertiginoso delle precipitazioni e le scarse nevicate dello scorso inverno sugli altopiani ha portato ad una situazione di siccità che ha colpito la Regione provocando gravi difficoltà al mondo agricolo. A tal riguardo il Gruppo Carabinieri Forestale di Cosenza ha predisposto un servizio di controllo di diverse aree per il prelievo abusivo dell’acqua. In particolare le Stazioni di Spezzano Sila, Acri e Aprigliano durante i controlli sul monitoraggio delle risorse idriche hanno accertato l’attingimento di acqua pubblica superficiale in assenza di autorizzazioni o concessioni dell’autorità competente. 32 le sanzioni elevate per tale attività per un importo di circa 25.000 euro. I controlli nel comune di Celico e Spezzano Sila hanno riscontrato l’utilizzo di motopompe le quali collegate a condutture pescavano l’acqua dai torrenti (Rosario – Mucone – Miglianò – Ponticelli) per poi confluirle nei terreni a scopo d’irrigazione. Ad Aprigliano si è anche accertato il ritrovamento di una motopompa la quale pescava in un laghetto di raccolta del Fiume Savuto. Ad Acri è stato rinvenuto un vero e proprio sistema di captazione e derivazione di acque pubbliche superficiali. In particolare attraverso vasche drenanti e tubazioni l’acqua veniva captata da una sorgente attigua al Torrente Pierantonio e convogliata fino al centro abitato più a valle in varie abitazioni. Dopo l’accertamento si è proceduto ad elevare sanzione amministrativa per violazione alle norme sulle utilizzazioni delle acque pubbliche essendo i trasgressori privi delle autorizzazioni previste.
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