INTERVIENE IL DELEGATO NAZIONALE DELLO SPORTELLO LEGALE DIFENDIAMO GLI ANIMALI
“E’ un peccato che l’udienza si sia svolta, doverosamente e necessariamente per evitare disordini, a porte chiuse, perché vedere a cosa sono andati incontro i quattro uccisori del cane Angelo di Sangineto sarebbe il miglior deterrente al verificarsi di altri episodi simili.” Interviene così, a margine del processo iniziato stamattina al Tribunale di Paola, il Delegato Nazionale dello Sportello legale Difendiamo gli animali, avvocato Anita Frugiuele (nella foto), presente in udienza per la costituzione di parte civile a nome delle associazioni animaliste rappresentate. “Già Cesare Beccaria ammoniva che il processo è già una pena -prosegue la penalista- ma si coglie la portata del disvalore del proprio atto illecito e delle sue brutte conseguenze solo vivendo giorno per giorno ciò che significa essere indagati e poi imputati, e questo andrebbe mostrato come ammonimento per tutti.”
Il processo, che si svolge davanti al Giudice Alfredo Cosenza, Pm Maria Francesca Cerchiara, ha visto oggi la costituzione di parte civile di circa trenta associazioni, riprenderà il prossimo 18 maggio e proseguirà con il rito abbreviato, per come richiesto dalle difese degli imputati. In aula, due dei quattro giovani presenti, che massacrarono e uccisero un cane randagio per puro divertimento la scorsa estate, postando poi il filmato su facebook, hanno vissuto la tensione dell’aula di giustizia, la soggezione del giudizio, la preoccupazione dell’esito e la censura della folla di animalisti accorsi da tutta Italia ma, soprattutto, in questi mesi trascorsi hanno sentito la riprovazione generale della comunità, tutte sensazioni che certamente non immaginavano di scatenare quando hanno compiuto il loro gesto insano. “Ciò la dice lunga sulla consapevolezza dell’illecito e della pena in generale ma, soprattutto, sulla assoluta mancanza di cognizione che uccidere o torturare gli animali sia un reato- continua l’avvocato Frugiuele, che aggiunge -il processo di Angelo ora lo sta gridando a tutti e si spera che rappresenti un monito.”