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SOSPESO TAGLIO BOSCHIVO IN SILA, DEFERITI GLI AUTORI
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Provvedimento eseguito a seguito di difformità progettuali e tecniche

I militari della Stazione Carabinieri Parco di Cava di Melis, dipendenti dal Reparto Parco della Sila, hanno nei giorni scorsi effettuato una serie di controlli e accertamenti sui tagli boschivi. In particolare nel Comune di Longobucco nella località  San Giovanni Paliati si è accertato un taglio di piante che avrebbe dovuto interessare oltre 1000 piante di Pino Laricio. Il controllo però ha riscontrato delle difformità nelle attestazioni progettuali che hanno indotto i militari a sospenderlo e a porre sotto sequestro il materiale legnoso già tagliato depositato su un piazzale allestito. Il controllo e gli accurati riscontri tecnici e catastali hanno infatti accertato che tutta l’area interessata dal progetto di taglio, ricade nell’ambito della Zona “1” del perimetro del Parco Nazionale della Sila, e non come falsamente trattato negli atti progettuali in zona “2” del perimetro del  Parco dove tali opere sono consentite. In “Zona 1”, infatti, i tagli sono vietati ad eccezione degli interventi necessari alla loro conservazione e alla prevenzione degli incendi. Tale area inoltre ricade nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) denominata “Sila Grande e vincolata dal punto paesaggistico a norma e soggetta alle misure di salvaguardia previste  dalla legge istitutiva del Parco Nazionale della Sila. Si è quindi riscontrato come sia stata rilasciata indebitamente una autorizzazione al taglio viziato dalla falsa attestazione delle particelle interessate allo stesso. Un taglio che ha, di fatto, comportato un danno permanente all’ambiente, essendo una zona completamente integrale e protetta e su cui la Procura della Repubblica di Castrovillari da tempo è particolarmente attenta alla sua conservazione. Il controllo, oltre al sequestro del materiale e ad una sanzione amministrativa di circa 20mila euro ha portato al deferimento del proprietario del fondo, della ditta boschiva, del tecnico progettista e dei responsabili regionali del procedimento che ognuno per le loro competenze dovranno rispondere di false attestazione del privato in atto pubblico, deturpamento di bellezze naturali, di falso ideologico in atto pubblico e di altri reati ambientali. Al momento del controllo erano state tagliate circa 300 piante per un valore stimato di € 39.000.

 

 

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