Durante lo scorso appuntamento abbiamo imparato a gestire attraverso l’alimentazione valori troppo alti di colesterolo. Oggi chiamiamo in causa un altro valore che spesso troviamo alterato insieme a quello del colesterolo, ovvero i trigliceridi. Cosa sono i trigliceridi? R.: Così come il colesterolo, i trigliceridi sono dei grassi che circolano nel sangue. Hanno però funzioni diverse, infatti mentre del colesterolo abbiamo detto essere componente delle pareti cellulari e precursore di ormoni, i trigliceridi hanno la funzione di immagazzinare le calorie inutilizzate e di fornire energia al nostro organismo. Quindi, così come abbiamo detto per il colesterolo, possiamo dire che i trigliceridi sono essenziali. Quand’è, però, che i valori ottimali si alterano? In una situazione ideale quando mangiamo, il nostro organismo converte le calorie di cui non ha immediatamente bisogno in trigliceridi; questi vengono quindi immagazzinati nelle cellule adipose. Successivamente, gli ormoni rilasciano i trigliceridi per fornire energia fra un pasto e l’altro. Se, però, assumiamo regolarmente più calorie di quelle che servono, o se non le ripartiamo in maniera corretta tra un pasto e l’altro, il risultato può consistere in elevati livelli di trigliceridi. Cosa succede quando si verifica questa situazione? Quando i valori dei trigliceridi nel sangue superano il range di normalità vengono considerati un fattore di rischio per patologie cardiovascolari come arteriosclerosi, infarto o ictus…rischio che aumenta ulteriormente quando a questi valori alterati si accompagnano quelli di ipercolesterolemia. Inoltre, valori particolarmente elevati di trigliceridi, sono correlati anche alla predisposizione verso la pancreatite. Quali sono i valori di riferimento e quando possiamo definirli alterati? I valori riferiti ad una misurazione effettuata in una condizione di digiuno da 8-12 ore sono definiti normali se minori di 150mg/dl, fino a circa 200 mg/dl costituiscono un rischio moderato di sviluppare le patologie che abbiamo appena visto, mentre per valori superiori ai 200 il rischio è molto alto. Come possiamo mantenere i valori nei livelli di riferimento? Innanzitutto se abbiamo una situazione di sovrappeso o obesità la prima indicazione è quella di perdere i chili in eccesso. Anche in questo caso sarebbe ideale affiancare l’attività fisica: è sufficiente una passeggiata a passo sostenuto per mezz’oretta al giorno. Dal punto di vista strettamente alimentare che consigli possiamo dare? E’ essenziale un’alimentazione equilibrata e ben calibrata dal punto di vista calorico dal momento che, come abbiamo detto, le calorie assunte in eccesso vengono convertite in trigliceridi e quindi immagazzinate sottoforma di grasso. Cerchiamo di limitare il consumo di cibi raffinati come carboidrati semplici, dolci o bibite zuccherine, e di quelli ricchi di grassi saturi e di colesterolo. Limitiamo anche il consumo di alcol che svolge un potente effetto sui trigliceridi. Esistono anche alimenti che contribuiscono direttamente alla riduzione dei valori di trigliceridi? Si, nello specifico esistono nutrienti utili alla riduzione dei trigliceridi: è il caso per esempio degli acidi grassi essenziali omega-3 di cui abbiamo parlato anche in qualche appuntamento passato e che quindi ormai sappiamo essere contenuti in alimenti come tonno, salmone, merluzzo e tutto il pesce azzurro, e in olii vegetali come quello di lino. Anche la fibra aiuta a mantenere bassi i livelli di trigliceridi in quando modula l’assorbimento di zuccheri, per cui ricorriamo sempre alle famose 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno, privilegiamo gli alimenti integrali e i legumi. La D.ssa Cinzia Pudano è in onda ogni sabato alle 09.05 su RLB Info: cinziapudano@yahoo.it